Il primo Aprile ci sarà l’inaugurazione della prima mostra dedicata al futurista maceratese Wladimiro Tulli, in occasione del centenario dalla nascita. I Comuni di Macerata, di Civitanova Marche e di Recanati si sono uniti alla Fondazione Cassa di Risparmio di Macerata per la promozione di un progetto espositivo su più sedi, per celebrare uno dei più grandi pittori italiani del Novecento.
Nel museo civico di Recanati, città che ha dato i natali a Giacomo Leopardi, è già in corso “Tulli per Giacomo”, a cura di Nikla Cingolani, una riedizione della grande esposizione del 1997 che l’artista dedicò proprio al poeta italiano, al quale era molto legato. La mostra sarà visibile fino al 19 aprile.
Sono 33 le opere esposte, le quali raffigurano i temi principali delle liriche leopardiane, in un dialogo costante tra pittura e poesia che ha accompagnato Tulli per tutta la vita.
Wladimiro Tulli: tutti i dettagli delle mostre a lui dedicate
Wladimiro Tulli (1922-2003), formatosi alla Scuola del Futurismo, pittore poetico e visionario, è stato l’ultimo esponente di un gruppo di grandi talenti marchigiani, tra i quali annoveravano i nomi di Sante Monachesi, Umberto Peschi, Prampolini e Bruno Tano.
Tra aprile e giugno, Macerata presenta due mostre: la prima è “Futuro interiore”, a cura di Roberto Cresti al Museo Palazzo Ricci, visibile dal 1° aprile al 19 giugno 2022; la seconda è “Vitalismi”, a cura di Paola Ballesi e Giuliana Pascucci ai Musei Civici di Palazzo Buonaccorsi, dal 14 aprile al 26 giugno 2022.
Civitanova Marche presenta, invece, “Cavalcare i sogni”, a cura di Enrica Bruni e Stefano Papetti, un allestimento delle “grandi opere” che hanno accompagnato gli ultimi anni del pittore e che saranno esposte negli spazi dell’auditorium di Sant’Agostino, dal 14 maggio al 28 agosto 2022.
Si va dalle pitture degli esordi alle grandissime tele della maturità, passando per le sculture in ferro e le coloratissime ceramiche, senza dimenticare i collage, i suoi preferiti. Di luogo in luogo e ogni volta con un approfondimento diverso, come un viaggio alla riscoperta di un’artista che dagli esordi nel futurismo degli anni Trenta non si è mai fermato, aprendosi sempre più all’Europa e apprendendo nuove tecniche.