Una festa nazionale nata in modo controverso, che spicca in rosso sul calendario a ricordare a tutti gli italiani che c’è un appuntamento con la Storia di cui tenere conto. La festa della Liberazione diventa un momento di riflessione, una ricorrenza che ricorda un preciso periodo vissuto dalla Penisola e dal mondo intero, che ha cambiato per sempre il corso degli eventi.
Il 22 aprile del 1946 l’allora Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi propose a Umberto II, ultimo re d’Italia e luogotenente del Regno di istituire il 25 aprile festa nazionale. Nel decreto che sanciva l’inizio dei festeggiamenti in Italia per l’Anniversario della Liberazione, si legge: “A celebrazione della totale liberazione del territorio italiano, il 25 aprile 1946 è dichiarato festa nazionale”.
La festa del 25 aprile venne istituita definitivamente nel maggio del 1949, ma la nascita viene comunque attribuita a quell’aprile del 1946, pochi mesi prima del referendum del 2 giugno: in quell’occasione gli italiani furono chiamati a scegliere tra Repubblica e monarchia.
Quindi, si può dire che dal 1946 ogni anno si celebra la liberazione d’Italia, con manifestazioni pubbliche in tutte le città del Paese. Il momento più solenne, il culmine della Festa della Libertà, è la deposizione da parte del Presidente della Repubblica di una corona di alloro al monumento del Milite Ignoto, per rendere omaggio a tutti i caduti italiani nei conflitti mondiali e in tutte le battaglie combattute in nome del tricolore.
Liberazione italiana: cosa si festeggia il 25 aprile
Per comprendere bene il significato di questa ricorrenza è necessario fare un passo indietro e tornare nel pieno della Seconda Guerra Mondiale, quando l’Italia era una dittatura guidata da Benito Mussolini, e combatteva al fianco della Germania di Adolf Hitler. Nel momento più difficile, quando tutto sembrava ormai votato alla sconfitta, l’8 settembre del 1943 venne firmato l’Armistizio di Cassibile con gli Alleati.
La scelta di firmare l’armistizio col significato di resa provocò l’occupazione nazista dell’Italia. Mussolini fu destituito e si affrettò a creare un governo alternativo, la Repubblica Sociale Italiana di Salò. Da quel momento iniziò in Italia la Resistenza e nacque il Comitato di Liberazione Nazionale, formato dall’unione di sei partiti: Partito Comunista, Democrazia Cristiana, Partito Liberale, Partito d’Azione, Partito Socialista e Partito Democratico del Lavoro.
In Italia cominciò una guerra civile tra sostenitori del fascismo e partigiani. Chi sono i partigiani? Con il termine «partigiani» ci riferiamo ai protagonisti della Resistenza contro il nazifascismo e in particolare ai gruppi armati che hanno combattuto contro le truppe tedesche di occupazione e i fascisti della Repubblica di Salò. Il significato di partigiano, ovvero combattente armato “di parte” richiama la divisione in fazioni dell’epoca.
La guerra civile andò avanti dall’8 settembre del 1943 fino al 2 maggio 1945, quando l’Italia venne liberata dall’occupazione nazi-fascista.
Ci sono diverse versioni sulla Liberazione dell’Italia, ma il 25 aprile viene indicato come il giorno in cui il Comitato di Liberazione dell’Alta Italia proclamò l’insurrezione generale in tutti i territori ancora occupati dalle truppe nazi-fasciste. Le principali città del Nord vennero liberate con l’aiuto delle truppe alleate anglo-americane, mentre il Meridione d’Italia aveva già precedentemente scacciato le truppe nazifasciste grazie alla coraggiosa ribellione popolare.
La Resa di Caserta, firmata il 29 aprile 1945, prevedeva una resa incondizionata delle forze armate tedesche e della RSI. E così fu, anche se per la fine delle ostilità si dovrà attendere il 2 maggio, giorno in cui la Resa entrò ufficialmente in vigore.
Poesie sulla Resistenza e sulla Liberazione d’Italia
Il periodo della Resistenza e la conseguente Liberazione sono state raccontate e descritte in parole, frasi e versi indimenticabili. Ecco una raccolta degli scritti migliori.
Lungo è il cammino percorso dai patrioti italiani per riconquistare la libertà e questo cammino non ha soluzioni di continuità, perché la Resistenza, a mio avviso, non è un fatto storico a sé stante, ma è stata la continuazione della lotta antifascista. I patrioti che, sotto la dittatura, si sono battuti forti solo della loro fede e della loro volontà, partecipano alla lotta armata della Resistenza(…) Ad essi vogliamo consegnare intatto il patrimonio politico e morale della Resistenza, perché lo custodiscano e non vada disperso: alle loro valide mani affidamo la bandiera della libertà e della giustizia sociale perché la portino sempre più avanti e sempre più in alto. Viva la Resistenza! (Sandro Pertini, La Resistenza)
Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero perché lì è nata la nostra costituzione. (Piero Calamandrei)
Qui vivono per sempre gli occhi che furono chiusi alla luce, perché tutti li avessero aperti per sempre alla luce. (Giuseppe Ungaretti, Per i morti della Resistenza)
«E come potevamo noi cantare con il piede straniero sopra il cuore, fra i morti abbandonati nelle piazze sull’erba dura di ghiaccio, al lamento d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero della madre che andava incontro al figlio crocifisso sul palo del telegrafo? Alle fronde dei salici, per voto, anche le nostre cetre erano appese, oscillavano lievi al triste vento». (Salvatore Quasimodo, Alle fronde dei salici)