Tre film diretti da Sergio Leone, usciti nell’arco di sedici anni tra il 1968 e il 1984. Una trilogia, appunto, che racconta l’evoluzione cinematografica di uno dei registi italiani più famosi di sempre. Dal western al gangster, continuando ad incantare generazioni di appassionati. La trilogia del tempo vuole raccontare la storia americana in più tappe, diversificando la narrazione ma mantenendo dei punti in comune tra tutte e tre le pellicole.
Cosa accomuna i film della trilogia del tempo?
Sicuramente il concetto di base, il tempo con la sua vertigine. E poi ancora l’ambientazione in un’epoca dilatata, le musiche di Ennio Morricone e il montaggio di Nino Baragli. Senza il fondamentale apporto di questi due grandi professionisti italiani, i film di Sergio Leone non sarebbero stati gli stessi.
I film della Trilogia del Tempo
Tuffiamoci dunque in questo viaggio nel tempo, anzi nella trilogia del tempo, attraverso tre dei migliori film italiani di sempre.
1968, C’era una volta il West
Il primo capitolo della trilogia rappresenta il punto di svolta fondamentale nella carriera di Sergio Leone. Non più spaghetti western, ma rilettura personale del genere. Cambia anche l’ambientazione: abbandonata l’Andalusia della “trilogia del dollaro”, tocca ora alla Monument Valley, in omaggio al grande regista John Ford. Nella pellicola viene narrata l’avventura di uomini che costruiscono le prime linee ferroviarie transcontinentali americane, nonostante i continui scontri con gli Indiani e con i pistoleri che cercano il famoso El Dorado.
1971, Giù la testa
«La Rivoluzione non è un pranzo di gala, non è una festa letteraria, non è un disegno o un ricamo, non si può fare con tanta eleganza, con tanta serenità e delicatezza, con tanta grazia e cortesia. La Rivoluzione è un atto di violenza.» (Mao Tse-Tung)
Con queste parole si apre la seconda pellicola della trilogia, che continua l’evoluzione di Leone nel suo distacco dal mondo western. A tratti questo film sembra proprio prendersi gioco del genere precedente che tanta fortuna aveva portato al noto regista. Diversi i registri utilizzati: dal dramma al comico, passando per il tragico e l’ironico. Leone introduce qui l’importante tema della rivoluzione, attraverso la storia avventurosa e ironica di un terrorista ribelle, James Coburn. L’uomo parte per il Messico durante la rivoluzione civile, nel 1913, e senza volerlo diventa un eroe che trascinerà fuori il popolo dal regime dittatoriale.
1984, C’era una volta in America
Chiude la trilogia uno dei film italiani più apprezzati, l’ultima pellicola di Sergio Leone, che scomparirà prematuramente nel 1989, all’età di 60 anni. Per realizzare il capitolo finale ci sono voluti tanti soldi e tanti anni di lavorazione, ben 13. Quello che ne è venuto fuori è un film complesso e riuscitissimo. Qui viene elaborato al massimo il concetto di tempo, attraverso una struttura di flashback e flashforward. I riferimenti al presente sono ridotti al lumicino. Un criminale, David Aaronson, detto Noodles, percorre la scalata al potere della malavita organizzata. La cornice è tutto un incastro di epoche e situazioni, un gioco concettuale che trasporta lo spettatore nel film, trasposizione cinematografica del romanzo Mano Armata.
Con questo film si chiude il ciclo evolutivo della società americana: da mondo pioneristico che incarna il sogno a stelle e strisce, a universo degradato nella corruzione e nello strapotere finanziario. La splendida interpretazione di Robert De Niro ci aiuta a ripercorrere gli anni del proibizionismo, la droga, il potere politico, che pullula di malavitosi.
La Trilogia del tempo è un gioiello del cinema d’autore italiano, riconosciuto a livello internazionale.