Quasi tutti ricorderanno, senza particolari sforzi, il film Angeli e Demoni di Dan Brown, ambientato a Roma, nella Città del Vaticano. In una delle scene clou della famosa pellicola, tutto gira intorno ai misteriosi Archivi Segreti del Vaticano. Il nome fa pensare subito a documenti nascosti, misteri che non si possono svelare, carte preziose a cui nessuno può accedere. In realtà la dicitura “secretum” si riferisce semplicemente al fatto che l’archivio è quello privato del Papa e di tutti i Papi che lo hanno preceduto.
Archivio Segreto del Vaticano: cos’è e cosa contiene
Cinque depositi che si estendono per due piani nel sottosuolo e per otto in superficie. L’archivio fu istituito il 31 gennaio del 1612 da papa Paolo V e negli anni è cresciuto a dismisura: attualmente non basta un’intera giornata per percorrere tutti i corridoi che contengono i documenti. Le pergamene più delicate sono conservate all’interno di cassettiere scorrevoli, con sale a temperatura e umidità controllate.
L’Archivio contiene 650 fondi diversi. Ogni fondo è un insieme di documenti che può considerarsi unico, raccolto da un ufficio, una famiglia o una persona sola. Sono presenti gli archivi della Sede apostolica, dei Concilii, di diversi ordini e istituti religiosi, di 75 rappresentanze diplomatiche della Santa Sede, di casati legati allo Stato pontificio.
Quattrocento anni di storia racchiusa nei documenti della Chiesa universale, presenti qui dal 1612. 85 chilometri di scaffali, per conservare libri e documenti segreti del Vaticano. Lettere papali scritte in latino, tracce del passaggio di uomini di ogni religione, convinzione politica e appartenenza nazionale. Da qui sono passati i più grandi ricercatori di ogni tempo, per studiare e accrescere la propria conoscenza.
Gli archivi vaticani vennero aperti per la prima volta al pubblico alla fine del XIX secolo, nel 1881. Da allora il libero accesso ai documenti è concesso “per pontificati”. Esiste un limite cronologico di consultabilità, posto alla fine del pontificato di Pio XI, quindi fino a febbraio 1939. Paolo VI ha reso poi accessibile agli studiosi l’Archivio del Concilio Vaticano II, che copre un periodo che va dal 1962 al 1965. Giovanni Paolo II ha aperto poi alla consultazione il fondo Ufficio Informazioni Vaticano, quello dei Prigionieri di Guerra. Infine è stato messo a disposizione dei ricercatori il fondo Commissione Centrale per l’Arte Sacra in Italia e il fondo Censimento degli Archivi Ecclesiastici d’Italia.
Segreti e tesori del Vaticano: i documenti storici e preziosi
Cosa significa entrare a fare visita all’Archivio Segreto Vaticano? Immergersi completamente nei reperti e nei faldoni, ripercorrendo la storia della Chiesa e del mondo intero. Tra i segreti del Vaticano c’è anche una preziosa collezione di sigilli d’oro. Ottanta di questi tesori sono conservati in un bunker sotto il Cortile della Pigna per assicurare la massima sicurezza.
Ma quali sono i documenti più preziosi conservati all’interno dell’Archivio Segreto?
Sicuramente il documento fondamentale che segna la nascita della Chiesa anglicana, ovvero la lettera di Enrico VIII che chiede il consenso del Papa per divorziare da sua moglie, Caterina d’Aragona, e sposare Anna Bolena. Come è noto, Papa Clemente VIII rifiutò, i Lord d’Inghilterra scrissero nuovamente al Papa per perorare la causa di annullamento di matrimonio, firmando la lettera. Il resto è storia d’Inghilterra, ma anche della religione mondiale, con il distacco da Roma e la nascita di una nuova chiesa protestante.
Tra i misteri del Vaticano ci sono anche gli atti originali del processo a Galileo Galilei, quello in cui il più celebre degli scienziati e inventori italiani fu costretto ad “abiurare”, ovvero rinnegare la teoria eliocentrica in favore dello status quo tolemaico.
Gli archivi custodiscono anche il documento cartaceo più antico, scritto in lingua mongola. Si tratta di una lettera di protezione che risale al 21 novembre 1279, nella quale si legge che l’abacà Khan dei mongoli concedeva un salvacondotto per gli ambasciatori del papa.
Tra i diversi documenti ce ne è uno in cui Garibaldi si offre come volontario per perorare le cause di Pio IX, in un altro Voltaire elogia Benedetto XIV. Lettere varie di personaggi celebri, come Alessandro Manzoni, o ancora Giacomo Leopardi, che nel 1825 chiese di essere assunto nell’Amministrazione pontificia. In una lettera Abramo Lincoln scrive a Pio IX chiamandolo “great and good friend”, in un’altra il nunzio apostolico in Belgio informa la Segreteria di Stato della “morte religiosa” di Giacomo Puccini ne 1924.
Negli ultimi anni si sta lavorando affinché l’archivio segreto possa essere sempre più segreto, attraverso il progetto, promosso dall’Università Roma Tre, dal nome In Codice Ratio. Questo programma mira allo sviluppo di nuovi metodi e strumenti per analizzare il contenuto di ampie raccolte di documenti storici. Il riconoscimento automatico della scrittura trova difficoltà con i manoscritti, dove le lettere sono unite tra loro. La soluzione? Reti neurali convoluzionali e modelli linguistici statistici.
I ricercatori intendono sfruttare il diverso spessore dei tratti vergati con pennini e penne d’oca per isolare i singoli colpi di penna. Successivamente si utilizzerà poi una tecnica a puzzle per ricostruire le lettere. Attualmente il software è riuscito a riconoscere il 96% delle lettere, mentre alcune vengono ancora confuse, a causa della scrittura amanuense che allungava alcuni tratti.
Il futuro è nella digitalizzazione: lo sa bene l’Archivio Segreto Vaticano che per la conservazione dei documenti già digitalizzati possiede uno storage di 60 Tera Byte che contiene 6 milioni di immagini digitali di documenti.
La polvere della Storia, il profumo intenso del tempo che passa. Lettere che hanno cambiato il corso del mondo, documenti che testimoniano intere epoche. Tra tutti gli archivi del pianeta, nel sottosuolo del Vaticano, si intrecciano storia, cultura e religione, in un mistero svelato a poco a poco.