“Questa incostante Dea, e mobil Diva | gl’indegni spesso sopra un seggio pone, | dove chi degno n’è mai non arriva. | Costei il tempo a modo suo dispone; | questa ci esalta, questa ci disface, | senza pietà, senza legge, o ragione”.
Con queste parole Niccolò Machiavelli definiva la Fortuna, mutevole padrona delle umane sorti. Con la fortuna l’Italia ha sempre avuto un rapporto stretto, strettissimo, accompagnandola alla scaramanzia. Da Nord a Sud, da Milano a Napoli, il Bel Paese è un mosaico di luoghi che ospitano tradizioni o riti scaramantici. C’è di più, le credenze popolari tricolore si raccolgono in un vero e proprio manuale del come agire per attirare la buona sorte e scacciare quella cattiva.
Tra le cose che portano sfortuna spiccano gli ombrelli aperti in casa o il sale rovesciato a tavola. Cose che portano fortuna? Ferro di cavallo, quadrifoglio, il celeberrimo corno napoletano. Si può dire, senza ombra di dubbio, che gli italiani detengano il record di superstizioni nel mondo. La dea bendata, simbolo della fortuna, nasce proprio nella mitologia greca, la civiltà più importante del Mediterraneo. I romani ne raccolsero l’eredità e le dedicarono ben 27 templi nella Capitale.
Le superstizioni in Italia arrivano per la maggior parte dal Medioevo, il periodo più magico della storia dell’umanità. Alcune hanno spiegazioni semplici e immediate, altre più complesse. Ad esempio, cosa significa quando cade il sale? Il gesto di rovesciare il sale è associato alla sfortuna, dal momento che questa merce era considerata in passato rara, un privilegio costoso riservato alle classi più agiate. Se quando cade il sale si teme sorte avversa, al contrario, regalare olio porta bene per lo stesso motivo: l’oro giallo del Mediterraneo è da sempre simbolo di abbondanza. Tra gli oggetti porta sfortuna figurano le perle: mai regalarle, pena lacrime e dolore. Tra gli oggetti che portano fortuna, invece, riproduzioni di gechi ed elefanti.
Luoghi scaramantici italiani: riti propiziatori nel Bel Paese
Cerchi un pizzico di buona sorte, il bacio della Dea Bendata, rimedi ad uno specchio rotto o al galateo delle posate incrociate? Tra tanti oggetti e tradizioni, l’Italia è anche piena di luoghi nei quali recarsi per cercare fortuna. Il richiamo del buon auspicio però non arriva da solo: è necessario richiamarlo compiendo un gesto scaramantico nel luogo designato. E attenzione a farlo per bene, pena la nullità del rito. Ecco, dunque, i dieci luoghi portafortuna in Italia, tra le mete turistiche più apprezzate nel mondo.
1. Fontana di Trevi, Roma
L’usanza più famosa d’Italia nasce da un film, Tre soldi nella fontana, di Jean Negulesco. E i lanci di moneta nella fontana per assicurarsi la massima fortuna sono appunto tre. Spalle al monumento e occhi chiusi: con il primo lancio ci si assicura il ritorno nella Città Eterna, con il secondo si trova l’amore, e con tre il matrimonio è assicurato. Non c’è turista che non abbia lanciato monetina nella fontana di Trevi, tanto che nell’acqua si accumulano grandissime ricchezze: nel 2012 si è stabilito il record, con 540 mila euro ripescati.
2. Il cimitero delle Fontanelle, Napoli
Alcune delle numerose superstizioni napoletane si concentrano nell’ossario di questo cimitero. Un luogo un po’ macabro, che custodisce i resti delle vittime di varie epidemie di peste e di colera. Dal 1872 il cimitero è stato aperto al pubblico, ed è cominciato un pellegrinaggio per rendere visita alle anime abbandonate (pezzentelle) del cimitero. Quelle anime sono considerate la via di comunicazione tra il mondo dei morti e quello dei vivi, un tramite a cui chiedere la svolta della propria vita.
3. Statua di Giulietta, Verona
Scacciate via l’imbarazzo e lanciatevi alla ricerca della fortuna, palpando il seno destro della statua in bronzo di Giulietta, realizzata dallo scultore veronese Nereo Costantini nel 1972, e posizionata nel cortile della famosa casa, in via Cappello 23. Un po’ di pazienza per aspettare il proprio turno nella lunga fila sotto il celeberrimo balcone, ma toccare le grazie dell’amante eroina di Shakespeare è un’azione che promette tanta buona sorte.
4. Il toro rampante, Torino
Fin dal 1930, in piazza San Carlo, è presente l’effige di un toro rampante in bronzo, il simbolo della città. Per richiamare la fortuna nella propria vita la tradizione consiglia di calpestare gli attributi dell’immagine del toro. Un piccolo colpetto di scarpa e via, a fare colazione al Caffè Torino. L’usanza richiama quella milanese nella Galleria Vittorio Emanuele II.
5. La fontana del cinghiale, Firenze
La statua raffigura un cinghiale, ma tutti lo chiamano il “Porcellino porta fortuna”. Dal 1640 i visitatori di Firenze si raccolgono all’entrata della Loggia del Mercato Nuovo: la tradizione raccomanda di sfiorare il muso del porcellino e di poggiare una moneta dentro la sua bocca. Sarà poi la sorte a decidere: se la monetina cade oltrepassando la grata dove cade l’acqua, la fortuna sarà con voi; viceversa, siamo di fronte ad un cattivo presagio.
6. La fontana dei matti, Gubbio
Il nome originale di questo luogo portafortuna italiano è la fontana del Bergello, ma tutti la conoscono come “la fontana dove prendere la patente dei matti”. Come ottenerla? Bisogna fare tre giri intorno alla piccola fontana costruita nel ‘500. Ma attenzione: a supervisionare i tre giri deve essere presente un eugubino, cioè un residente di Gubbio. Il testimone dovrà poi chiedere all’associazione Maggio Eugubino, il rilascio della pergamena che attesta la vostra follia. Chi riesce nell’impresa è matto sì, ma anche molto fortunato, secondo la leggenda.
7. La statua di Guidarello Guidarelli, Ravenna
I promessi sposi si ritrovano qui, attorno alla statua del valoroso cavaliere ravennate morto nel 1501. Leggenda vuole che se una donna bacia le labbra di marmo della statua, si sposerà entro un anno. Cinque milioni di donne hanno compiuto in oltre due secoli il rito scaramantico. La statua, realizzata nel 1525 da Tullio Lombardo, attende le aspiranti spose nella Pinacoteca di Ravenna.
8. Il medaglione di Colombo, Torino
Torniamo a Torino, ed esattamente in piazza Castello, sotto i portici della Prefettura, dove è ubicato il medaglione dedicato ad uno dei principali esploratori italiani, Cristoforo Colombo. L’immagine del navigatore ha il dito mignolo che sporge, dettaglio realizzato dal creatore dell’opera, nel 1923, Dino Somà. Cosa fare per essere fortunati? Incrociare il proprio mignolo con quello di Colombo. Se sei studente, poi, la fortuna raddoppia: nella vita e all’Università.
9. Il mosaico del toro, Milano
Un altro toro, un altro calpestio su fortunati attributi. Questa volta ci troviamo al centro della Galleria Vittorio Emanuele, fra piazza del Duomo e piazza della Scala, dove è raffigurato un toro bianco. Fare un giro sui famosi genitali del toro si dice porti immensa fortuna. La procedura da seguire è la seguente: mettete il tallone del piede destro sugli attributi, datevi una spinta e fate un giro di 360° su voi stessi, rigorosamente a occhi chiusi. Chi ci riesce avrà la fortuna dalla propria parte.
10. La fontana delle Tette, Treviso
In tempo di grandi carestie, nel 1559, questo monumento fu costruito come simbolo di speranza e abbondanza. Ogni volta che veniva nominato un nuovo podestà, da un seno sgorgava vino bianco, dall’altro vino rosso. Ancora oggi la fontana in via Calmaggiore è simbolo di prosperità. Sebbene non si tratti del monumento originale, che riposa nella Loggia dei Trecento, ma solo di una sua copia, si dice che per richiamare la fortuna bisogna appoggiare le mani sui suoi seni di marmo ed esprimere un desiderio.
Essere baciati dalla Dea Bendata? In Italia è più facile! Tra lanci di monete nelle fontane, statue leggendarie e riti propiziatori, la Penisola pullula di luoghi che attirano la buona sorte e turisti da ogni parte del mondo. E allora, tra una passeggiata nella Storia e un opera d’Arte, seguite le millenarie scaramantiche usanze e Buona Fortuna!
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