Una ricorrenza importante per la storia dell’Italia. Per festeggiare i 180 anni dall’inaugurazione della prima linea ferroviaria italiana, un grande primato del Sud Italia, a partire da oggi, giovedì 3, a domenica 6 ottobre sarà possibile prendere parte a una serie di iniziative sull’argomento. Tra i tanti eventi in programma, ci sarà l’inaugurazione del circuito del “Vapore vivo”: una riproduzione di un treno a vapore in miniatura allestito nel piazzale del Museo partenopeo, seguita da una performance musicale a cura della banda della Nato. Da segnalare poi il convegno “Dalla produzione al museo, ma anche l’esibizione musicale “L’attore”, con Massimo Masiello nella sala delle Locomotive a Vapore. Assolutamente imperdibili i concerti della Banda dei Carabinieri e del duo musicale Le Ebbanesis.
Storia della Napoli-Portici: la prima linea ferroviaria
Quando e come nasce la prima linea ferroviaria? La data di inizio dei lavori viene fissata l’8 agosto del 1838. Il progetto era stato precedentemente affidato all’ingegnere Armando Giuseppe Bayard de la Vingtrie. Dopo tredici mesi si completa il primo tratto ad un solo binario, e prima dell’inaugurazione si aggiunge anche un secondo binario. La linea che collegava Napoli-Portici fu voluta dal Re delle Due Sicilie Ferdinando II come simbolo dello sviluppo del Meridione. E proprio il re si fece trovare pronto il giorno del nastro, nella villa del Carrione al Granatello di Portici, il 3 ottobre del 1839. A mezzogiorno fu proprio lui a dare il segnale di partenza alla locomotiva, con queste parole: «Questo cammino ferrato gioverà senza dubbio al commercio e considerando come tale nuova strada debba riuscire di utilità al mio popolo, assai più godo nel mio pensiero che, terminati i lavori fino a Nocera e Castellammare, io possa vederli tosto proseguiti per Avellino fino al lido del Mare Adriatico».
Il primo convoglio sulla Napoli-Portici, la locomotiva Vesuvio, era composto da otto vagoni, che percorsero tutti i 7 chilometri e 640 metri in circa dieci minuti. Chi c’era a bordo? 48 invitati, 60 ufficiali, 30 fanti, 30 artiglieri e 60 marinai, oltre alla banda della guardia reale. La linea venne successivamente estesa a Castellammare di Stabia, e poi a Pompei, Angri, Pagani e Nocera Inferiore. Per dare vita all’intero percorso Re Ferdinando trasformò le Officine di Pietrarsa, una fabbrica di artiglieria, nella fabbrica addetta alla costruzione di locomotive e all’assemblaggio del materiale rotabile.
Museo Nazionale di Pietrarsa: la ferrovia italiana in mostra
Per chi ha voglia di ripercorrere la storica tratta, è disponibile tutto l’anno il Pietrarsa Express, il treno che da Napoli ha come destinazione il Museo nazionale ferroviario di Pietrarsa. L’atmosfera è proprio quella di allora: si viaggia a bordo di un treno degli Anni ’30 con carrozze Centoporte e carrozze Corbellini (quelle di Terza classe) trainate da una locomotiva elettrica d’epoca E626. All’uscita della stazione di Pietrarsa è possibile, quindi, ammirare una collezione di rotabili storici e di cimeli ferroviari. Il museo sorge dove un tempo c’era il reale opificio borbonico di Pietrarsa, quello che viene celebrato ancora oggi come il primo e più importante nucleo industriale italiano. 7 padiglioni per un’estensione complessiva di circa 36.000 metri quadrati, in cui ammirare locomotive a vapore, locomotive elettriche trifase, locomotive a corrente continua, locomotori diesel, elettromotrici, automotrici e carrozze passeggeri. Imperdibile la carrozza-salone del treno dei Savoia, l’attuale Treno della Presidenza della Repubblica Italiana.
Tutti a bordo per un viaggio nel mondo della storia ferroviaria italiana!