Pasquetta, 3 aprile 1961: venne alla luce il francobollo da 205 lire rosa, insieme al 170 azzurro e al 185 verde, per celebrare l’imminente viaggio del presidente Giovanni Gronchi in Sudamerica.
Non si sospettava ancora che quel piccolo francobollo sarebbe diventato il protagonista di una bagarre diplomatica, trasformandosi nel più popolare francobollo italiano.
Una vicenda decisamente buffa, quella del Gronchi Rosa, un francobollo sbagliato diventato una delle rarità italiane più costose.
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La storia del Gronchi Rosa: il valore che nasce dall’errore
Cos’aveva di sbagliato? Non riportava i confini del Perù dell’epoca, ma quelli precedenti alla guerra con l’Ecuador del 1941/1942. Colpa di un atlante geografico D’Agostini non aggiornato consegnato al disegnatore Renato Mura. Arrivarono, dunque, le proteste ufficiali dell’Ambasciata del Perù.
Poste Italiane ne sospese la distribuzione, ma erano già stati venduti moltissimi esemplari. Si provò a mettere una pezza, sostituendo il francobollo già circolante con uno nuovo, di colore grigio, con i confini aggiornati del Perù. Ma di tutti quelli distribuiti, 79625 francobolli Gronchi rosa (dato Ufficiale delle Poste Italiane) sono sfuggiti alla distruzione, diventando così rarissimi, il pezzo più ambito dai collezionisti filatelici italiani.
All’epoca la quotazione dal prezzo di vendita di 205 lire (poco più di 10 centesimi…) passò a 10 mila lire, più di 50 volte il suo prezzo. Secondo la storica e famosa filatelica Bolaffi, con il passare degli anni, la quotazione del “Gronchi rosa“ segnò una costante crescita tanto da farlo considerare un “bene rifugio. Oggi un Gronchi Rosa vale sui 4.000 euro, mentre i Gronchi rosa privi di certificazione possono arrivare a quotazioni inferiori a 2000 euro.