Uno degli autori italiani più importanti del Novecento, sconosciuto al grande pubblico. Toscano, nato a Siena nel 1883, Tozzi è stato rivalutato solo molti anni dopo dalla critica letteraria italiana.
“Con gli occhi chiusi” di Federigo Tozzi è stato pubblicato nel 1919. La storia, con una punta di autobiografia, si svolge nella campagna senese: qui Domenico Rosi gestisce la trattoria “Il pesce azzurro” insieme con la moglie, Anna, affetta da disturbi nervosi.
Il vero protagonista è il figlio Pietro, un adolescente con problemi relazionali, costretto a subire la violenza fisica e psicologica del padre. Nella stessa tenuta abitano anche gli “assalariati”, fra cui spicca la figura di Rebecca, abbandonata da un uomo che l’ha sedotta e dal quale ha avuto un figlio, ci sono i genitori di lei, Giacco e Masa, due poveri vecchi dalla vita modesta e desolata, e la nipote Ghìsola.
Amore tormentato, confuso: Federigo Tozzi racconta due adolescenti alle prese con i sentimenti da definire
E proprio nei confronti di Ghìsola che Pietro sviluppa un affetto decisamente ambiguo e confuso, che la ragazza elude e dimostra di non corrispondere. Tra i due si instaura una rete di dialoghi che esprimono tutto il senso di inadeguatezza che si prova crescendo, un discorso a due, che si condensa “in parole senza senso, convenzionali, che capivano loro due soltanto”.
Pietro, come i noti eroi romantici della storia del romanzo italiano, non riesce a manifestare a parole ciò che sente e prova. Di conseguenza, Con gli occhi chiusi di Federigo Tozzi è una storia d’amore impossibile, come tante altre del passato, del presente e del futuro, ma unica, come ogni storia d’amore.