A 48 anni l’Italia dice addio a Ezio Bosso, direttore d’orchestra, compositore e pianista torinese. Il grande talento italiano combatteva da anni con un malattia neurodegenerativa che gli fu diagnosticata dopo l’intervento per un cancro al cervello.
Nonostante le difficoltà crescenti nel muoversi e nel parlare, Bosso non ha mai smesso di fare la cosa che amava di più: vivere di musica. Si è sempre definito un “pianista per caso” e quel caso è diventato un talento assoluto, conosciuto dal grande pubblico nel 2016, quando fu invitato da Carlo Conti come ospite d’onore. Sul palco dell’Ariston incantò tutti eseguendo “Following a Bird”, composizione contenuta nell’album “The 12th Room”, finito ai primi posti della classifica subito dopo l’esibizione.
La sua musica ha girato il mondo, utilizzata da importanti istituzioni operistiche come il New York City Ballet e il Teatro Bolshoij di Mosca. Bosso ha composto anche le colonne sonore di celebri film, lavorando con Gabriele Salvatores per Io non ho paura, Quo vadis, baby? e il recente Il ragazzo invisibile.
Una vita in musica per Ezio Bosso: i concerti e le opere
La malattia, diagnosticata nel 2011, non ha spento la sua voglia di vita e di musica: Ezio Bosso ha continuato ad esibirsi davanti al pubblico estasiato nei teatri più importanti del mondo. Nel 2014 esordisce con la sua Fantasia per violino e orchestra dirigendo la London Symphony Orchestra, nel 2015 il suo concerto alla Ikon Gallery viene acclamato dalla critica come l’evento artistico dell’anno del Regno Unito.
Negli anni la sua terapia è stata la musica, quell’incontro magico di suoni pensati per la voce di ogni strumento che lui sapeva abilmente combinare in armonia. E ha continuato a comporre, ricreare quella magia, in tante collaborazioni di pregio mondiale.
Nelle ultime interviste invitava gli italiani a resistere e a guardare al futuro, a ripartire dalla musica, sempre, perché per lui “La musica è come la vita, si può fare in un solo modo: insieme.“