Una specie di piccola focaccia da gustare da sola o in abbinamento a salumi e formaggi, e c’è chi la consuma anche come dolce con una spolverata di zucchero. Stiamo parlando della Schita, cibo tipico dell’Oltrepò Pavese che nasce dalla cucina povera: è realizzata, infatti, con ingredienti semplici come farina, acqua, sale e olio d’oliva o strutto. Un piatto che viene preparato da secoli nella provincia di Pavia e che negli ultimi tempi è diventato un importante fenomeno social grazie alla promozione della scrittrice Cinzia Montagna.
“Nell’aprile di un anno fa, in pieno lockdown, dopo aver preparato una ‘Schita’, ho inserito la foto del piatto nel mio profilo Facebook. Improvvisamente in tanti hanno iniziato a cucinarla. Ventiquattro ore dopo ho aperto il gruppo ‘La Schita dell’Oltrepò Pavese’ che attualmente conta su 2.660 iscritti da tutte le regioni d’Italia e anche dall’estero (Inghilterra, Francia, Germania)“, dice la scrittrice.
Giornata Mondiale della Schita: alla scoperta di antichi sapori
La donna di origini pavesi ha indetto per il 28 giugno la “Giornata Mondiale della Schita virtuale”, raccogliendo numerose foto di schite. Poi, a novembre, la “Schita” è entrata a far parte dell’“Arca del Gusto Slow Food”, grazie al coinvolgimento e all’interessamento di Teresio Nardi, fiduciario Slow Food in Oltrepò Pavese.
Diego Boiocchi, in arte Moho, è un artista pavese conosciuto a livello internazionale, che ha realizzato il logo della Schita. “A dicembre ho aperto il sito www.laschitadelloltrepopavese.it e ho pubblicato la favola ‘Il piccolo Mediterraneo scopre la Schita dell’Oltrepò Pavese'”, racconta la Montagna.
Ma non è tutto: da Facebook è partita anche l’iniziativa “La Schita incontra il vino” che si tiene ogni mercoledì alle 21 due diverse aziende vitivinicole oltrepadane. Le due aziende in questione lanciano una diretta Fb in cui consigliano gli abbinamenti fra i loro vini e la “Schita”, accompagnando il tutto con gustose ricette tradizionali.
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