Il protagonista dell’ultima scoperta archeologica di Pontecagnano Faiano, in provincia di Salerno, è un giovane strappato dal suo futuro benestante in una comunità guerriera, morto a circa 10-12 anni nel IV secolo a.C.
“Un ritrovamento di grande rilevanza” afferma Gina Tomay, direttrice del museo, archeologa e responsabile degli scavi.
La tomba di questo ragazzo, impreziosita con pietra di tufo d’importazione, è la numero 10mila. Il reperto rappresenta una scoperta sensazionale, dopo 60 anni di continuità di studi, ricerche e lavori vari. Lo scavo è stato completato nelle ultime ore, ma il mistero dell’identità di questo giovane fanciullo è ancora tutto da interpretare.
Scavi di Pontecagnano: sensazionale scoperta archeologica rileva i dettagli della tomba di un giovane guerriero
Il Museo Archeologico nazionale di Pontecagnano è situato nell’omonimo Paese, avamposto etrusco nel sud della Campania.
Il sito ospita materiale rinvenuto dagli scavi di un antico insediamento villanoviano su cui sorse, in epoca romana, l’antica Picentia.
I primi scavi iniziarono nel 1962, quando la cittadina conosceva il suo boom edilizio: scavando per costruire nuove case, si scoprivano i corredi funerari di circa 9000 tombe. Ad occuparsene fu Bruno D’Agostino, uno dei padri dell’etruscologia in Italia.
Il museo è a soli pochi chilometri dalla greca Paestum e racconta la storia degli etruschi di frontiera, l’epopea di una aristocrazia di principi giunti dal centro Italia e che qui conobbe l’apice della sua potenza, tra la fine dell’VIII e il VII secolo a.C, in una terra “particolarmente favorita dalla natura ma anche vicina al mare, con una costa che nel paesaggio antico era tra l’altro resa molto accessibile da numerosi bacini lagunari”, come sottolinea la responsabile degli scavi. Nei dintorni, infatti, troviamo alcune delle più belle spiagge della Campania.
Gli archeologi sono al lavoro per ulteriori dettagli: dello scheletro si è conservata bene solo la parte inferiore, forse a causa di un danno dovuto alla crescita di una radice o ad un animale. Stretto intorno agli esili fianchi, possiamo subito notare il cinturone in bronzo, tipico dei guerrieri di quell’epoca. Poggiate accanto ai piedi, due coppe in ceramica: una per il cibo e l’altra a due anse per il vino, che avrebbe dovuto garantirgli l’accesso al symposium.