La mostra fotografica “19:34. Fotografie di Antonietta De Lillo. La storia in presa diretta“, realizzata nell’ambito del Piano Operativo Complementare- POC 2014-2020 della Regione Campania, è visibile al Museo Archeologico Nazionale di Napoli fino al 2 maggio 2022. Sono oltre cento le foto inedite in bianco e nero, provenienti dall’archivio di marechiarofilm e scattate da Antonietta De Lillo, al tempo una giovane fotogiornalista appena ventenne, destinata a dimostrare la sua capacità narrativa nella sua trentennale carriera di autrice cinematografica.
L’occhio dell’autrice riesce a restituirci l’umanità che si cela dietro la cronaca, trascinandoci in un percorso fatto di ricerca attraverso testimonianze, ricordi ed emozioni, per non dimenticare quel tragico giorno di quarantuno anni fa, quando il terremoto devastò l’Irpinia e colpì duramente anche Napoli: un reportage sensibile di una ferita ancora aperta.
Le fotografie di Antonietta de Lillo sono in mostra al MANN
Il direttore del MANN, Paolo Giulieri, spiega l’importanza di questa mostra, che si sarebbe dovuta tenere lo scorso anno in occasione del quarantennale, ma è stata rinviata di un anno a causa della pandemia.
“Trasmettere la memoria viva di ciò che è accaduto 41 anni fa è oggi, appena usciti dall’emergenza Covid19, ancora più significativo.
Insieme al ricordo della tragedia vogliamo indicare alle giovani generazioni anche e soprattutto la forza e i sentimenti di solidarietà e la voglia di rinascita che trasmettono le immagini di questa emozionante mostra. Gli inediti scatti ‘in presa diretta’ di Antonietta De Lillo ci fanno infatti riflettere su una umanità sicuramente non differente da quella che soffrì per simili eventi nell’antichità. Ed anche nel dolore provocato dal terremoto e nella strenua opposizione alla natura matrigna si può riconoscere una delle tante identità delle genti del Mediterraneo. Una terra abituata a tremare quella del Sud Italia. Basti pensare al terribile terremoto del 62 d.C. che colpì proprio Pompei ed Ercolano e ai lavori di ristrutturazione degli edifici, mai ultimati, le cui testimonianze sono state suggellate dall’eruzione del 79 d.C.”
Alle immagini si affianca l’esposizione di un calco pompeiano, colpito dall’eruzione del 79, a testimonianza della fragilità umana, in ogni tempo e in ogni luogo, di fronte a simili catastrofi.