La pasta cacio e pepe ha oltrepassato da tempo il Tevere per diventare uno dei primi piatti italiani più richiesti al mondo, superando in popolarità anche l’iconica pasta al pomodoro. Insieme al fantastico trio carbonara-amatriciana-gricia, che vede però l’aggiunta di guanciale, la cacio e pepe è uno dei piatti tipici della tradizione culinaria romana.
Nata povera, la cucina romana ha da sempre elaborato il quinto quarto di carne (frattaglie e pezzi di scarto) come poche altre cucine, per poi guadagnare un posto d’onore tra le eccellenze italiane.
Roma è piena di ristoranti di tradizione, tra nuove realtà e insegne centenarie (come lo storico ristorante Antica Pesa), che nel tempo sono riusciti a conferire contemporaneità ai piatti tipici romani e laziali, rielaborandoli con gusto e utilizzando il meno possibile i grassi animali. Trastevere e Testaccio sono i luoghi dove assaggiare questi deliziosi piatti, oltre ad essere i più frequentati dai turisti di tutto il mondo. Proloco Trastevere, a pochi passi da San Cosimato, è uno di questi, poiché offre ai suoi visitatori un viaggio culinario unico e un concept originale. Scopriamolo insieme.
I piatti della cucina romana rielaborati con gusto: tradizione e contemporaneità
Il ristorante Proloco Trastevere dedica ampio spazio alla valorizzazione del territorio, operando a stretto contatto con le piccole realtà produttive artigianali del Lazio.
Il menu varia spesso con prodotti di piccoli pastori, pescatori, allevatori, agricoltori, casari, norcini, macellai e viticoltori, minuziosamente selezionati da Elisabetta Guaglianone, anima del locale, insieme al marito e chef Vincenzo Mancino.
Oltre che ristorante, Proloco è anche una pizzeria: l’impasto viene realizzato con farine bio macinate a pietra e 48h di lievitazione. Il trend del momento è la doppia cottura: pizza fritta e poi ripassata al forno.
Uno dei dolci di punta di Proloco si basa sulla “filosofia del poco spreco” e sull’utilizzo di prodotti d’eccellenza, come il pan perduto al cioccolato: un piatto povero ed economico che prevede l’utilizzo della mollica di pane raffermo, reso poi squisito dalla preparazione.