Il 23 aprile sarà inaugurata la 59esima edizione della Biennale d’Arte di Venezia, che proseguirà per sette mesi fino al 27 novembre, e sarà anche la prima ad essere interamente curata da una donna italiana: Cecilia Alemani.
La curatrice milanese ha immediatamente dato una forte impronta femminile alla manifestazione artistica: su 213 presenze provenienti da 58 paesi (26 dei quali italiani),191 sono artiste, mentre solo 22 sono gli artisti.
La grande novità della Biennale d’Arte 2022 è l’inserimento di cinque capsule del tempo lungo il percorso. Sono dei momenti di pausa scelti dalla curatrice per riportare in auge alcune figure femminili messe da parte, quando non relegate al ruolo di muse o di personalità eccentriche. Si tratta di capitoli aggiuntivi di una storia dell’arte che non è stata mai raccontata, fino ad ora.
59ª edizione della Biennale d’Arte di Venezia:
Il latte dei sogni
La manifestazione era inizialmente prevista nel 2021, anno nel quale si è tenuta la 17ª Mostra Internazionale di Architettura, a sua volta prevista nel 2020 e posticipata a causa della pandemia.
La direttrice della mostra, che aveva già curato il Padiglione italiano alla 57ª Biennale d’Arte del 2017, ha scelto come titolo Il latte dei sogni (The Milk of Dreams) da un libro di fiabe dell’artista surrealista Leonora Carrington, nel quale ogni cosa può essere trasformata con l’immaginazione.
La mostra si concentra in modo particolare attorno a tre aree tematiche: la rappresentazione dei corpi e le loro metamorfosi; la relazione tra individui e tecnologie; i legami che si intrecciano tra i corpi e la Terra. Sulle tele, i personaggi si trasformano in uccelli, libellule e alberi.
L’esposizione si articola negli spazi del Padiglione centrale, nei Giardini della Biennale e nel complesso dell’Arsenale (Corderie, Artiglierie, Gaggiandre e Giardino delle Vergini). Lungo il percorso espositivo che si interseca tra il Padiglione e la parte finale delle Corderie, è possibile ammirare le cinque capsule o aree tematiche:
- La culla della strega, che presenta una raccolta di opere di artiste delle avanguardie storiche;
- Tecnologie dell’incanto, dedicata all’arte programmata e all’astrazione cinetica degli anni Sessanta, che indaga i rapporti che legano esseri umani e macchine;
- Corpo orbita, ispirata alla mostra Materializzazione del linguaggio, una delle prime rassegne di sole artiste nella storia della Biennale;
- Una foglia, una zucca, un guscio, una rete, una borsa, una tracolla, una bisaccia, una bottiglia, una pentola, una scatola, un contenitore, ispirata alle opere della scrittrice di fantascienza Ursula K. Le Guin;
- La seduzione di un cyborg, riunisce artiste che nel corso del Novecento hanno immaginato nuove combinazioni tra l’umano e l’artificiale.