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“Un liutaio, fabbricando un violino, permette la nascita dei più bei suoni di miele e d’oro che l’orecchio umano possa intendere.” (Yehudi Menuhin) Cremona è la capitale mondiale della liuteria, l’antica arte di costruzione del violino e degli altri strumenti a corda, Il lavoro del liutaio è un’arte antica, delicata e sapiente: è necessario conoscere i materiali, le vernici, saper modellare il legno, conoscere la musica. A Cremona, patria di Stradivari, il lavoro dei maestri liutai italiani è una vera e propria arte, che ha meritato il riconoscimento di Patrimonio immateriale dell’Umanità dall’UNESCO. La storia della liuteria cremonese è una storia di vita, tra passione e vocazione, tra arte e artigianato. Oltre duecento botteghe liutaie continuano ancora oggi la tradizione cominciata dai celebri liutai cremonesi, come Antonio Stradivari, gli Amati e i Guarneri, mentre resiste alla modernità la prestigiosa Scuola internazionale di liuteria che accoglie e forma ogni anno studenti provenienti da ogni parte del mondo.
Storia della liuteria Cremonese: dalle piccole botteghe artigiane ai violini famosi
La liuteria cremonese nasce a metà del XVI secolo: il sapiente artigianato si trasforma in arte della costruzione di strumenti a corda ad arco e a pizzico. Fu Andrea Amati, primo maestro liutaio di Cremona, a diffondere la lavorazione dei violini e a creare un vero e proprio stile di costruzione italiano. Ma è Antonio Stradivari ad essere ricordato come il più famoso liutaio di Cremona, da quando nel 1680 acquisì la supremazia nella produzione di strumenti di lusso. Le sue mani diedero vita a capolavori artigianali divenuti esempio di perfezione e canoni di riferimento per l’intero universo della liuteria. Da quel momento in poi si susseguirono dinastie di liutai che continuano ancora oggi a produrre pezzi unici al mondo. La qualità dei manufatti della liuteria cremonese conobbe un lento declino dalla fine del ‘700, ma nel ‘900 conquistò il mercato internazionale fino a diventare un’arte protetta, una testimonianza culturale che deve essere tutelata nel tempo. Il “saper fare liutaio” è stato inserito nel 2012 nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’Unesco. Oggi, questa tradizione antica è tutelata dal Consorzio Liutai Stradivari e dall’Associazione Italiana Liutaria che, in tutto, rappresentano oltre 140 artigiani. Per ottenere l’ambito marchio “Cremona Liuteria” , uno strumento deve possedere delle precise caratteristiche: deve essere realizzato esclusivamente a mano, in legno di abete, acero, ebano, salice, pioppo, palissandro, mogano o cedro. Come in ogni opera d’arte è il tocco personale dell’autore a fare la differenza: ogni maestro liutaio lascia la sua impronta sulla sua creazione, nel rispetto delle tecniche di lavorazione tipiche della tradizione liutaia cremonese e sue evoluzioni. Un lavoro minuzioso e paziente, quello dei liutai di Cremona, che impiegano circa 120 ore per realizzare un violino, il re degli strumenti, con la nobile missione di imitare gli accenti della voce umana.
I grandi maestri liutai di Cremona: tradizione di artigiani, generazioni di artisti
La famiglia Amati
Il capostipite di questa famiglia è Andrea Amati, che iniziò la sua attività intorno al 1520. Leggenda narra che il primo violino fu una sua diretta creazione. Gli strumenti che portano la sua firma possiedono oggi un valore immenso e sono custoditi nel museo di Oxford in Inghilterra, al South Dakota Museum negli USA, al Comune di Cremona e a due collezioni private. I suoi capolavori si dividono in tre collezioni: quella costruita per il re Carlo IX di Francia, quella per un ricco marchese di cui è ignoto il casato, e una collezione di destinazione ignota. Antonio e Girolamo Amati, figli di Andrea, succedettero al padre nella sua bottega. I fratelli Amati si avviarono sulla strada della sperimentazione e produssero strumenti di varie ed originali forme. I valori trasmessi dal padre, però, restarono gli stessi: ottima scelta dei legni, alta qualità costruttiva, applicazione di un modello acustico costante. Il testimone passò poi nelle mani di Nicolò Amati, che dominò la scena della liuteria cremonese per più di 50 anni e fissò definitivamente un modello di violino.
La famiglia Guarneri
Andrea Guarneri nacque nel 1625 circa, e si formò come maestro liutaio all’interno della bottega di Nicolò Amati. Il figlio Giuseppe continuò a lavorare perfezionando e modificando lo stile. I suoi strumenti divennero famosi per l’utilizzo di una vernice trasparente e colorata dall’effetto molto caldo, che non riuscì ad essere imitata da nessun altro. I suoi ricci lo incoronano come uno dei più grandi intagliatori. Il figlio Bartolomeo, meglio conosciuto come Guarneri del Gesù fuse lo stile di Stradivari con quello dei liutai Bresciani, ma condusse una vita decisamente sregolata, tanto da essere chiamato il “liutaio maledetto di Cremona”. E sì, fu lui a costruire il violino per eccellenza, quello suonato da Niccolò Paganini, il “cannone di Paganini”.
Antonio Stradivari
Indubbiamente il liutaio Antonio Stradivari è il più conosciuto al mondo. Nacque a Cremona nel 1644. In età matura, nel 1680, aprì la bottega con i figli Omobono e Francesco ed i suoi allievi in Piazza San Domenico, dove costruì la maggior parte dei suoi strumenti. Costruì alcuni tra gli strumenti ad arco più famosi di sempre, come l'”Hellier“, il “Toscano” e la viola “Medicea“. Fu sua la modifica al manico del violino, inclinato maggiormente all’indietro in modo da dare maggiore tensione alle corde per avere più potenza di suono come richiedeva la musica dei tempi. Allungando la catena e la tastiera e costruendo gli strumenti con l’ebano, un legno più resistente, Stradivari diede vita al violino moderno. Le sue mani formarono modelli immortali, come il “Betts“, l'”Ernst” ed il “Greffhùle“, il “Parke“, il “Boissier” ed il “Sancy“, il “Cremonese“, il “Messia“, ed il “Canto del Cigno“. Uno Stradivari si riconosce dalla pregiata manifattura ma anche dall’etichetta interna, rigorosamente in latino: Antonius Stradivarius Cremonensis Faciebat Anno [data] (Antonio Stradivari Cremonese ha costruito nell’anno …). Il suo punto di forza? La scelta personale dei legni migliori dal punto di vista dell’acustica, selezionati fra gli altri in Val di Fiemme. Oggi 650 dei suoi strumenti sono riconosciuti come sue opere e sono considerati i migliori strumenti ad arco mai creati e sono suonati dai migliori esecutori del mondo. C’è chi per averne uno è arrivato a pagare 1.790.000 sterline (oltre 3,4 milioni di euro). Più prezioso di un gioiello.
Carlo Bergonzi
Da garzone e addetto alle riparazioni nella bottega di Stradivari a maestro liutaio: questa la storia d’eccellenza di Carlo Bergonzi. La cura particolare per l’estetica dei suoi strumenti e la notevole purezza di suono sono i tratti distintivi del suo “saper fare liutaio” che ha saputo prendere il meglio da chi lo ha preceduto. Prima Nicola e poi Riccardo Bergonzi continuano a portare avanti la tradizione di famiglia.
Stefano Conia
Con l’avvento del nuovo millennio non è scomparso l’amore per la liuteria a Cremona. Ne è un esempio Stefano Conia, nato in Ungheria, ma trasferitosi in Italia per diplomarsi alla Scuola di liuteria di Cremona. Nel suo laboratorio posizionato nel centro storico della città, insegna Costruzione, Verniciatura e Restauro ai maestri di domani.
Dal passato al futuro, la liuteria cremonese traccia un arco, come quello degli strumenti che prendono vita da secoli nelle botteghe artigiane di questa magica città italiana. La passione per la musica, i valori dell’artigianato, la qualità delle materie prime italiane e una storia di successi internazionali: questa è l’arte del “saper fare liutaio”, la sapiente eccellenza italiana che infonde nel legno vita, anima, suono.
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