Ognuno di noi almeno una volta nella vita si è trovato di fronte ad un dilemma linguistico. Prima dell’avvento di Internet erano i vocabolari a correre in nostro aiuto, ma con lo sviluppo del web le cose sono cambiate: basta utilizzare i principali motori di ricerca per scoprire come si scrive correttamente una parola o per conoscerne il significato.
Ma chi stabilisce la corretta ortografia di un termine in italiano, l’uso corretto di un modo di dire, come usare accenti e apostrofo? Insomma, chi scioglie ogni dubbio che riguarda la lingua italiana? Il Vocabolario della Crusca!
Accademia della Crusca: dizionario e origine
Avrete sicuramente sentito parlare dell’Accademia della Crusca, un’istituzione italiana diventata uno dei principali punti di riferimento per le ricerche sulla lingua italiana. L’Accademia di Firenze nasce nella città toscana tra il 1582 e il 1583, grazie all’iniziativa di alcuni esperti studiosi della Divina Commedia: Giovan Battista Deti, Anton Francesco Grazzini, Bernardo Canigiani, Bernardo Zanchini, Bastiano de’ Rossi e Lionardo Salviati. Questo gruppo di letterati fiorentini e scrittori italiani riuscì a creare un vero e proprio programma culturale e di codificazione della lingua.
Accademia della Crusca: vocabolario e motto
L’Accademia della lingua italiana ha un motto, derivato da un verso di Petrarca, “il più bel fior ne coglie”, e periodicamente si dedica alla pubblicazione del dizionario della Crusca. Il primo Vocabolario risale al 1612 e si tratta di una delle maggiori imprese lessicografiche europee, ampliata e ripubblicata diverse volte fino al 1923.
Dagli anni ’50 al 1985 il Vocabolario ha avuto esclusivamente una finalità di documentazione storica. Oggi, invece, viene realizzato dall’Opera del Vocabolario Italiano, Istituto del CNR affiancato all’Accademia.
Si può senz’altro affermare che l’Accademia della Crusca sia la più antica accademia linguistica del mondo. Ma perché si chiama così? Il nome, piuttosto curioso, si ricollega all’amicizia che legava i fondatori: durante i loro incontri si creava spesso un clima di vivace confronto, con animati scambi di opinioni, giochi e scherzi. Questi incontri venivano quindi chiamati “cruscate” e proprio da qui deriva il nome dell’Accademia della Crusca.
Un nome che richiama anche il significato di lavoro di ripulitura della lingua: la crusca è quel rimasuglio meno nobile che si produce dalla lavorazione della farina. La farina buona deve essere separata dalla grezza crusca, e lo stesso procedimento deve essere applicato alla lingua italiana. L’Accademia si propone di purificare la lingua, separando le forme corrette dell’italiano da tutte le impurità. Conseguenzialmente, tutta la simbologia riguardante l’Accademia della Crusca ruota attorno al grano e al pane.
Come si scrive? Chiedilo all’Accademia della Crusca
Quali sono i dubbi linguistici che la gente cerca di più sull’Accademia della Crusca? Ne abbiamo raccolti alcuni!
Istallazioni o installazioni/ Istallare o installare
In questo caso entrambe le versioni sono corrette. Nella lingua parlata sembra che suoni meglio la prima versione, mentre la seconda, più ridondante e proveniente dal latino, si trova in tutti i manuali tecnici. C’è chi vuole distinguere, nel termine, una differenza legata al settore di applicazione: fisico o tecnologico. Ma in realtà i due termini sono l’evoluzione dello stesso concetto e della stessa parola.
Conoscenza o conoscienza
La voce Conoscienza con la I non viene attestata, e viene considerata un errore. Tutto dipende dall’origine latina della parola, che non includeva la I. Anche il verbo conoscere non contiene la I. Lo sbaglio deriva dal Trecento, periodo storico in cui compaiono diverse attestazione della parola Conoscienza, ma con il tempo la I è diventata fastidiosa per il parlato e si è preferito seguire l’origine latina e non quella medioevale.
Beneficenza o beneficienza
Beneficenza e Beneficienza non hanno una differenza di pronuncia in grado da fare capire a molti l’errore. Come nasce la confusione? Dal fatto che ci sono parole come Efficienza, che hanno la I e che sono corrette in italiano. Erroneamente siamo portati a pensare che possa valere lo stesso anche per la parola Beneficienza, ma quando si va sul dizionario si scopre che la parola giusta è in realtà Beneficenza. Allora si ricorre al latino: alcune parole con il passare dei secoli hanno mantenuto la I, altre no. Nel caso di Beneficenza questo non è avvenuto, la I è scomparsa e quindi scrivere Beneficienza è completamente sbagliato.
Innocuo o innoquo
Scrivere Innoquo significa fare un errore molto grave, come conferma il dizionario della lingua italiana. La parola Innocuo fa da radice di parole come Innocenza, che ovviamente non riportano nessuna Q.
Pultroppo o purtroppo
Purtroppo non è una parola primitiva, ma è un avverbio che deriva dall’unione di due parole, Pure e Troppo. Quando si uniscono, Pure perde la E finale, creando così la parola Purtroppo. Per quanto riguarda il significato, si tratta di una parola che si può sostituire con sinonimi come per sfortuna, sfortunatamente, malauguratamente. Perché Pultroppo viene considerato un errore davvero grave? Pure perde E, ma non ha altri cambiamenti. Quello che resta è un Pur, non un Pul!
Cerebrale o celebrale
La parola italiana cervello deriva dal latino cerebellum, che a sua volta è il diminutivo di cerebrum. In tutte le sue forme, in latino o in italiano, il cervello ha la r dopo la prima e, e per questo anche l’aggettivo cerebrale deve mantenere quella r. Invece, le parole che cominciano per celebr- hanno a che fare con l’aggettivo celebre e il verbo celebrare.
Conservare la purezza della lingua italiana, togliendo l’inutile scarto e cogliendone “il più bel fiore”. Aprirsi agli stimoli di ogni epoca, per mantenere la lingua sempre viva e in continua trasformazione. Un duro, ma necessario compito, quello dell’Accademia della Crusca, la più prestigiosa istituzione linguistica del mondo.