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“L’Alfa Romeo non è una semplice fabbrica di automobili: le sue auto sono qualche cosa di più che automobili costruite in maniera convenzionale. E’ una specie di malattia, l’entusiasmo per un mezzo di trasporto. E’ un modo di vivere, un modo tutto particolare di concepire un veicolo a motore. Qualcosa che resiste alle definizioni. I suoi elementi sono come quei tratti irrazionali dello spirito umano che non possono essere spiegati con una terminologia logica.” (Orazio Satta Puliga)
Ci sono storie italiane che vale sempre la pena raccontare, come quella dell’Alfa Romeo Italia, un vanto tricolore che ha attraversato l’ultimo secolo, una casa automobilistica che, tra alti e bassi, ha regalato al mondo più di semplici automobili, delle vere e proprie filosofie di vita. Scopriamo insieme dove e come nasce il mito Alfa Romeo!
Storia dell’Alfa Romeo: da Milano alla conquista del mercato mondiale
Tutto comincia il 24 giugno 1910: a Milano viene registrato l’atto notarile di costituzione della società Anonima Lombarda Fabbrica Automobili, A.L.F.A appunto. La nuova società assorbì la precedente azienda francese Darracq, dopo che le quote vennero rilevate da un gruppo di imprenditori lombardi tra cui il cavalier Ugo Stella, che divenne l’amministratore delegato. La prima vettura, elaborata dal progettista Giuseppe Morosi, rientra di diritto nel gruppo delle Alfa Romeo storiche: stiamo parlando della 24 HP, con un motore 4.0 da 42 cavalli, che raggiungeva i 100 Km/h.
Dopo aver conquistato il mercato italiano, il progetto di espansione estera venne frenato dallo scoppio del primo conflitto mondiale. La società venne affidata all’ingegner Nicola Romeo, titolare di un’azienda che produceva munizioni, motori areonautici e attrezzature da miniera. Nel 1918 Romeo rilevò la società: era nata l’Alfa Romeo. Negli anni ’20 cominciano i successi sportivi: i modelli Alfa Romeo conquistano i circuiti da corsa: nel 1925 la scuderia vince il primo campionato del mondo automobilistico della storia con Gastone Brilli Peri.
Gli anni ’30 vedono lo Stato partecipare alle quote dell’Alfa Romeo e passare a gestire direttamente la casa: l’Alfa Romeo viene inglobata nell’Iri sotto la direzione di Ugo Gobbato. L’ingegner Jano progettò in quegli anni due modelli di automobili dalle grandi prestazioni, macchine di lusso, tecnologiche ed esteticamente perfette: l’Alfa 8C 2300 e l’Alfa 8C 2900. Per quanto riguarda il versante dell’Alfa Romeo sportiva, la struttura e le auto vennero cedute alla Scuderia Ferrari. Al volante della P3 Tazio Nuvolari, leggenda delle corse italiane, si aggiudicò gare impossibili contro la strapotenza tedesca.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale l’Alfa Romeo completò il passaggio dalla dimensione artigianale a quella industriale: il mercato venne invaso dai nuovi modelli Alfa Romeo. Venne introdotta la catena di montaggio e il progettista principale diventò Giuseppe Busso, tornato in Alfa, creatore del leggendario motore V6, che venne prodotto fino al 2005. Negli stessi anni l’Alfetta domina i campionati del mondo di Formula 1, per poi ritirarsi definitivamente dalle corse. Il mercato spingeva per un modello medio ma brillante: nel 1955 tocca quindi alla berlina Alfa Giulietta, con un motore 1.3 da 79 cavalli. La macchina ideale per la media borghesia.
Nel 1960 Giuseppe Luraghi fu nominato presidente dell’azienda che inaugura la nuova fabbrica di Arese, a cui si affiancarono Balocco e Pomigliano d’Arco. Il simbolo degli anni ’60 è, senza dubbio, l’Alfa Romeo Giulia. Carrozzeria dalla forma unica, una grande efficienza aerodinamica che le fece meritare l’appellativo di “disegnata dal vento”. Motori 1.6 e 1.3 e un successo commerciale senza precedenti. Da questo modello nacquero diverse versioni, come l’Alfa Spider, soprannominata Duetto, che contribuì in modo definitivo alla fama internazionale dell’Alfa Rome, comparendo nel film Il Laureato con Dustin Hoffman e Anne Bancroft.
Negli anni ’70 dagli stabilimenti di Pomigliano d’Arco prende vita l’Alfasud, la prima Alfa Romeo a trazione anteriore e la prima a montare un motore boxer. Dall’impianto di Rese, invece, esce l’Alfetta, l’erede della Giulia, un’auto con motore anteriore e cambio e frizione montati al posteriore. L’Alfa Romeo continua a raccogliere trionfi sportivi nelle categorie sport prototipi, dove l’Alfa 33 vince due campionati del mondo. Dopo una serie di vicende turbolente, nel 1986 l’Alfa passò al gruppo torinese Fiat.
Nel 1997 arriva il lancio dell’Alfa 156, un modello dal design unico, firmato da Walter de Silva, con cambio semiautomatico Selespeed di stretta derivazione sportiva e il primo diesel common rail al mondo. Ottime le vendite, come quelle della piccola Alfa Romeo 147. Bella, bellissima l’Alfa Brera, autovettura coupé dalle linee eleganti e innovative, per gli amanti delle auto di lusso. Nel 2005 l’Alfa 159 non raggiunge lo stesso successo. C’è bisogno di un ritorno alle origini: nei listini ricompare per la terza volta la Giulietta e la casa del Biscione riconquista le strade con l’Alfa Romeo Gt.
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Il logo Alfa Romeo: il biscione lombardo attraversa i secoli
La storia del marchio merita uno spazio a parte. Il primo stemma ALFA era un marchio-targhetta caratterizzato da presenze floreali e sinuose, secondo i dettami dello stile liberty. Nel 1912 inizia la prima evoluzione grafica: lo stemma di Milano e il biscione visconteo. Nonostante gli anni e le successive rivisitazioni serpente e croce, simboli lombardi, rimarranno i punti fermi del logo. Nel 1925, in seguito alla vittoria al primo Campionato Automobilistico del Mondo con la vettura “Alfa P2”, lo stemma Alfa Romeo venne adornato di una corona di alloro.
Nel 1972 il logo Alfa Romeo subì un’ulteriore trasformazione: venne tolta la dicitura Milano e rimase solo la scritta Alfa Romeo. Il logo attuale è del 2015 e viene così descritto: “l’anello esterno in blu notte esalta l’esclusività della casa mentre l’uso dell’acciaio cromato nei profili e nel logotìpo, composto con il carattere ITC Blair ritoccato, enfatizza la modernità e la vocazione tecnologica”.
Alfa Romeo oggi: progetti e nuovi modelli
Parlando di attualità e sbirciando tra le Alfa Romeo News quello che emerge è il rilancio dell’immagine sportiva. Tutto pronto per il lancio di due straordinari modelli: l’Alfa Giulia 2020 e la nuova Alfa Romeo Tonale, un suv compatto che sarà prodotto nello stabilimento di Pomigliano, con un investimento di un miliardo di euro. Per vivere appieno il mito Alfa Romeo al brand è associata una linea di merchandising a 360° che propone abbigliamento, oggettistica e accessori per auto: tutto si può trovare online nell’Alfa Romeo store.
Parliamo poi dei prezzi Alfa Romeo, per i 4 modelli attualmente in produzione. Più economica l’Alfa Romeo Mito, che parte da 13.900 euro. Segue l’Alfa Romeo Giulietta, a partire da 19.104 euro. Quanto costa Alfa Romeo Giulia? Si parte da 36.400 euro per il simbolo della casa automobilistica italiana. Infine, per portarsi a casa un’Alfa Romeo Stelvio, si parte da un prezzo base di 41.400 euro.
La consapevolezza di un passato glorioso, lo sguardo aperto verso un futuro brillante. Linee che hanno fatto la storia dell’automobile, vetture di fronte alle quali anche Henry Ford toglieva il cappello, motori che hanno conquistato cuori e circuiti. E quel nome dolce, familiare, donato al modello più bello, alla stella di casa Alfa, Giulia. Perché di auto così ci si può solo innamorare, ieri, oggi e domani!
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