“È più difficile far ridere che far piangere”. Con queste parole Totò descriveva la sua arte, la difficile arte della comicità. Da sempre simbolo di una Napoli elegante e ironica, di cuore, di pancia, ma mai volgare. I film di Totò restano pietre miliari nella storia del cinema italiano, pellicole preziose, performance indimenticabili del più grande comico napoletano di tutti i tempi.
Il principe Antonio Griffo Focas Flavio Angelo Ducas Comneno Porfirogenito Gagliardi De Curtis di Bisanzio, nacque il 15 febbraio del 1898 a Napoli. Un artista italiano a tutto tondo, che fu comico, attore, scrittore, cantante e compositore italiano. Un figlio del Rione Sanità, nato dalla relazione clandestina tra la popolana Anna Clemente e il marchese decaduto Giuseppe De Curtis. I genitori avrebbero voluto per lui un futuro da prete, ma il principino era nato per essere un protagonista. E dall’incontro con le luci della ribalta nasce la scissione che accompagnerà per sempre la sua vita a teatro: Totò e Antonio De Curtis, due anime in un solo corpo.
Nell’arco di 30 anni di carriera il Totò comico ha lasciato all’Italia 97 film, lavorando con 42 registi diversi. Non solo: dal 1928 al 1957 il Principe della risata ha partecipato a oltre 40 spettacoli tra commedie e pièce di avanspettacolo e a 12 grandi opere di rivista. Come se non bastasse Antonio De Curtis è stato anche drammaturgo, autore di poesie e di canzoni.
Dopo gli esordi teatrali, Totò passa sul grande schermo, consacrando il suo personaggio, quella marionetta disarticolata, completa di bombetta, un tight troppo grande, scarpe basse e calze colorate. Una carriera costellata di successi e collaborazioni con le migliori attrici italiane. Alle tre e trenta di notte del 15 aprile Antonio De Curtis salutò il mondo nella sua casa di Roma, dopo aver chiesto di essere portato a Napoli.
Per lui, che aveva sempre sognato un funerale semplice, ne furono celebrati ben 3: il primo si svolse nella Capitale, con duemila persone nella Chiesa di Sant’Eugenio; il secondo a Napoli, con oltre centomila persone ad attendere fuori dalla basilica del Carmine Maggiore; l’ultimo fu organizzato nel quartiere di Totò, il Rione Sanità. E quella volta, Totò riuscì a far piangere, invece di far ridere.
I migliori film: Totò e il cinema
L’enorme contributo alla cultura italiana lasciato da Totò pervade ogni campo dell’arte. Impossibile dimenticare le poesie di Totò, versi geniali che hanno saputo raccontare l’umanità con la giusta ironia. Tra tutte, resta indelebile A’ livella di Totò, una poesia in napoletano che analizza il vero significato della morte, la sua intrinseca capacità di abbattere ogni barriera sociale, e l’invito a vivere pienamente ogni giorno.
Ma, indubbiamente, Totò diede il meglio di sé nelle pellicole entrate di diritto tra i migliori film italiani.
1. TOTò, PEPPINO E LA MALAFEMMINA di Camillo Mastrocinque,1956
Un capolavoro assoluto, recitato in coppia con Peppino De Filippo e ispirato alla celebre canzone di Totò. I fratelli Caponi, strambi meridionali di campagna, sono in viaggio con la sorella verso la Milano del boom economico. La scena più iconica del cinema italiano comico è la dettatura della lettera, ma resta indimenticabile anche la scena dell’arrivo nel capoluogo lombardo vestiti da cosacchi. Una coppia d’oro, che vedremo all’opera anche in “Totò, Peppino e i fuorilegge”.
2. TOTò A COLORI di Steno, 1952
Il primo film a colori di Vanzina senior vede protagonista un Totò in splendida forma, che veste i panni di un musicista squattrinato. Numerose disavventure, battute epocali, sberleffi alla politica: sono questi gli ingredienti per una pellicola indimenticabile. Nel finale Totò diventa direttore d’orchestra, per la gioia e le risate di tutti gli spettatori.
3. UCCELLACCI E UCCELLINI di Pier Paolo Pasolini, 1966
Antonio De Curtis è il padre di Ninetto Davoli in una delle pellicole più intense a firma pasoliniana. Ci troviamo di fronte all’anima pura di Totò, quella da malinconico Charlot napoletano che cammina insieme al figlio: a seguirli c’è un corvo a cui presta la voce il poeta Leonetti per raccontare le storie dei fratelli francescano. Un viaggio, che è metafora di vita, da sempre.
4. GUARDIE E LADRI di Steno e Monicelli, 1951
Sicuramente il film che ha portato fuori l’anima neorealista di Totò, grazie a due grandi registi, strepitosi sceneggiatori e Aldo Fabrizi a fare da spalla. La pellicola fu particolarmente apprezzata dalla critica dell’epoca: Nastro D’argento per Totò e Palma d’oro a Cannes come migliore sceneggiatura.
5. MISERIA E NOBILTA’ di Mario Mattoli, 1954
Il film è tratto dall’omonima commedia di Eduardo Scarpetta. Totò è Felice Sciosciammocca, un misero scrivano che trova il modo di portare a casa la giornata, finché non incappa in una richiesta molto particolare proveniente dal mondo dei signori. Epica è la danza degli spaghetti in un universo rovesciato nel quale i poveri vestono i panni dei ricchi.
6. LASCIA O RADDOPPIA di Camillo Mastrocinque, 1956
Come suggerito dal titolo, Totò in Lascia o Raddoppia veste i panni di uno dei concorrenti del quiz, alle prese con Mike Bongiorno e la valletta Edy Campagnoli. Totò è Gagliardo della Forcoletta esperto di ippica. Attorno a questa gag è costruita una vicenda popolata da gangster e belle donne, tutta da ridere.
7. LA BANDA DEGLI ONESTI di Camillo Mastrocinque, 1956
Per Totò viene inventato il personaggio del portinaio Antonio Bonocore che, insieme al tipografo Giovanni, e al pittore d’insegna felice, inseguono il sogno del guadagno facile. Un trio che funziona e che regge l’intera pellicola, un intreccio comico in cui si sottolinea l’importanza dei buoni sentimenti.
8. GLI ONOREVOLI di Sergio Corbucci, 1963
Il politico più celebre del cinema italiano? Antonio La Trippa, magistralmente interpretato da Totò. Un uomo qualunque candidato con un partito sovranista. Ad accompagnare la pellicola il celebre slogan “votantonio votantonio” gridato al resto del paese con un megafono artigianale. Antonio La Trippa riuscirà a scardinare il sistema, diventando un eroe.
9. L’ORO DI NAPOLI di Vittorio De Sica, 1954
Un film ad episodi tratto dai racconti di Giuseppe Marotta. Totò è un uomo del popolo, padre di numerosi figli, oppresso da Don Carmine, che si è stabilito con prepotenza a casa sua. Quando Don Carmine si ammala, Saverio (Totò) trova il coraggio di buttarlo fuori di casa.
Dici Napoli e pensi a Totò. Un principe, un artista, un geniale Pulcinella in carne ed ossa, anzi in bombetta e bastone da passeggio. Tra la malinconia e l’ironia resta la sua arte, la più nobile di tutte, l’arte di saper far ridere.