Dopo quasi 60 anni torna la coltivazione delle arachidi in Campania, per offrire nuove opportunità alle imprese agricole in tempi di Covid-19. La prima semina è partita tra Sannio e Irpinia, grazie al progetto Arachidi in Campania (ArCamp), grazie alla collaborazione tra Coldiretti Campania, la Vincenzo Caputo Srl, storica azienda di Somma Vesuviana specializzata nella lavorazione di frutta a guscio, la SIS – Società Italiana Sementi, il Dipartimento di Agraria dell’Università Federico II di Napoli e la startup Farzati Tech, impegnata nel lancio della “super tracciabilità” tramite tecnologia BluDev.
Sono quattro le aziende agricole coinvolte nei territori di Calvi (Benevento) e Montoro (Avellino). Il seme è stato fornito dalla SIS di Bologna, primaria azienda sementiera italiana. La prima raccolta è prevista a settembre e nell’ottica di un progetto completamente green, il prodotto sarà immesso sul mercato della grande distribuzione con un packaging ad alta sostenibilità.
Arachidi prodotte in Italia: come funziona la nuova filiera?
I semi di arachide hanno un alto contenuto di proteine, contribuiscono alla buona salute del cervello e alla circolazione sanguigna. Una rivoluzione nel campo dell’agricoltura italiana che avvia quindi una produzione certificata dall’origine alla distribuzione.
Filiera controllata e tecnologia innovativa: questi i punti cardine della nuova coltura lanciata in Italia, che si aggiunge ai frutti tropicali già prodotti in Sicilia a marchio Made in Italy. Il Bel Paese punta dunque a conquistare anche una fetta di mercato più ricca, costituita dagli amanti delle arachidi, da cui si ricava olio e burro, amatissimo dai più giovani.
Arachidi made in Campania, come fu già negli anni ’60, ma con nuovi e potenti strumenti per realizzare il desiderio degli agricoltori italiani.