Bandyer è la startup nata nel 2016 come strumento per aiutare le aziende a sviluppare una propria piattaforma di comunicazione audio-video: l’azienda italiana è stata scelta da Google per migliorare il software degli smart glass di Mountain View e per rivoluzionare l’ecommerce, mettendo una telecamera invisibile davanti agli occhi dei venditori.
“Non ci poniamo limiti: investiamo praticamente tutto in ricerca e sviluppo, siamo fortemente sbilanciati sulla parte tecnica ma vogliamo esplorare le potenzialità della nostra tecnologia in nuovi verticali”, dice Filippo Rocca, co-fondatore e amministratore delegato di Bandyer.
“Ora stiamo diventando partner italiani di Google, collaboriamo con loro per trovare bug e migliorare le performance di un modello di occhiali che non è stato ancora molto spinto”, spiega Francesco Durighetto, co-fondatore e head of webrtc di Bandyer.
Occhiali smart: come funzionano questi innovativi strumenti per la realtà virtuale
Cosa succede grazie a questi occhiali smart? Lo showroom diventa virtuale e vengono immortalati i capi che possono essere ordinati e acquistati da remoto. L’obiettivo è allargare la platea e arrivare a casa delle persone con le immagini immortalate dalla telecamere piazzate sulla montatura.
“Governiamo la tecnologia e siamo dentro l’intero processo di comunicazione; le nostre caratteristiche sono flessibilità e facilità di integrazione”, spiega Simone Mazzoni, co-fondatore e direttore tecnologico di Bandyer.
“Rispetto a programmi molto noti, come possono essere Zoom o Microsoft Teams, noi permettiamo di ridurre la barriera di utilizzo dell’audio-video inserendo il software perfettamente nel contesto”, aggiunge Mazzoni.
“Il Covid – sottolinea l’amministratore delegato – è stata una fregatura per molti mercati, per noi lo è stato un pochino meno anche perché ha mostrato l’inefficacia di molti modelli digitali e ha spinto le imprese ad aggiornare sistemi informatici datati”. Nei mesi di emergenza sanitaria, con il pullulare di call e webinar, “c’è stata una accelerazione sui progetti che erano già in cantiere; ora partiamo con nuove sfide anche se la nostra tecnologia è una chicca e se tutto quello che c’è sotto non funziona è anche inutile incominciare”.