Punta di diamante dei vini piemontesi e dei vini italiani, il Barolo è chiamato “re dei vini e vino dei re”.
Il Nebbiolo ha trovato negli 11 comuni delle Langhe in cui è prodotto, poco a sud della città di Alba, delle condizioni climatiche uniche, così tanto che riesce a essere superiore per qualità alle altre produzioni di Nebbiolo e ha preso il nome di uno di questi comuni, appunto Barolo.
Sono pochi i vini che possono vantare una aderenza così forte con la propria terra. Uno dei motivi è la fragilità dei vitigni, i cui grappoli hanno bisogno di una lunga maturazione che si protrae fino a novembre.
CARATTERISTICHE DEL vino BAROLO
Questo grande vino si riconosce innanzitutto grazie al suo colore rubino trasparente, che vira verso l’aranciato via via che aumentano gli anni.
Un’altra caratteristica inconfondibile di questo pregiato vino è il bouquet: piccoli frutti rossi come lamponi e ribes nero, ciliegie sotto spirito, fiori appassiti, lacca, spezie, cuoio, pepe verde, anice, noce moscata e liquirizia, ma è soprattutto il legame con la terra a rendere unico il Barolo. Riconoscerete una serie di profumi legati alle Langhe, alla sua terra: le nocciole, le foglie e il tartufo.
Al palato si presenta misurato ed elegante: in bocca le componenti “dure” (acidità, tannini, sali) risultano piacevolmente equilibrate da quelle “morbide” (alcoli e polialcoli), con una intensità e persistenza eccezionali che fanno del Barolo un vino potente e di grande personalità.
GLI STILI DEL vino BAROLO E le NORME DI PRODUZIONE
Il Barolo non è un vino che può essere bevuto giovane. Con il “re dei vini” non si scherza: il lungo affinamento, prima in legno e poi in bottiglia è la strada per raggiungere l’eccellenza, con lo sviluppo di quegli aromi terziari così raffinati e pungenti che caratterizzano la maturità del Barolo.
La sua grande carica polifenolica ha imposto un lungo affinamento in botti grandi per poter sviluppare tutto il suo potenziale.
NORME DI PRODUZIONE
– Terreni: argillosi, calcarei e loro eventuali combinazioni
– Giacitura: esclusivamente collinare; sono da escludere categoricamente i terreni di fondovalle, umidi, pianeggianti e non sufficientemente soleggiati
– Altitudine: non inferiore a 170 m s.l.m. e non superiore a 540 m s.l.m.
– Esposizione: adatta ad assicurare un’idonea maturazione e a conferire alle uve ed al vino derivato le specifiche caratteristiche di qualità
– Densità d’impianto: non inferiore a 3.500 ceppi / ha
– Forma di allevamento: controspalliera
– Sistema di potatura: Guyot
– È vietata ogni pratica di forzatura
– La produzione di uva deve essere tra le 4,3 e le 8 t / ha
– Il Barolo prevede un invecchiamento di almeno 38 mesi a decorrere dal 1º novembre dell’anno di produzione delle uve di cui 18 in botti di legno.
– Tutte le operazioni di vinificazione, invecchiamento e imbottigliamento, devono essere effettuate nella zona DOCG.
GUIDA ALL’ABBINAMENTO DEL BAROLO
Esiste, forse, solo una grande regola quando si tratta di abbinare Barolo e cibo: evitare le pietanze troppo piccanti, salate o amare.
Detto questo vi potrete sbizzarrire con mille abbinamenti, anche cibo etnico, non si vive di solo tartufo, anche se quello con il tartufo è un legame di territorio che nasce nelle Langhe e ha reso queste colline famose in tutto il mondo.
Come consigli generali cercate di prediligere piatti grassi, untuosi, ricchi, cacciagione, ma anche polenta al ragù per citare un piatto semplice da fare.
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