Una, due, tre stelle Michelin: l’ambito traguardo per il quale si lavora una vita intera. Dietro quel riconoscimento così prezioso c’è un duro lavoro, fatto di impegno, ricerca, studio della cucina e giusto equilibrio tra innovazione e tradizione. Sono numerosi i famosi chef italiani nel mondo, professionisti che ogni giorno portano in tavola il meglio del patrimonio gastronomico Made in Italy.
I migliori chef stellati italiani
Alcuni sono chef famosi protagonisti di show televisivi di successo, altri sono che chef italiani meno noti al grande pubblico, ma celebri nel settore gastronomico mondiale.
1. Enrico Crippa – Piazza Duomo (Alba)
Cominciamo dal Piemonte per scoprire i segreti di quello che da molti è considerato come il miglior cuoco italiano. Enrico Crippa è il padrone di casa di questo ristorante da tre stelle Michelin: la prima è arrivata nel 2006, la seconda nel 2009 e la terza nel 2012. Il suo segreto? Lavorare al meglio con gli eccellenti prodotti della terra piemontese: carne di Fassona, nocciole Tonda Gentile, castagne, funghi, tartufo bianco d’Alba, cappone, coniglio, burro di panna fresca, patate dell’Alta Langa, cardo di Nizza Monferrato, topinambur, rape bianche e tanto altro.
Ad oggi Crippa è uno degli chef stellati italiani più famosi al mondo, ma la strada è stata lunga: entrato in cucina a 16 anni come apprendista nello storico ristorante milanese di Gualtiero Marchesi, adesso guida il quindicesimo ristorante migliore a livello mondiale.
2. Massimo Bottura – Osteria Francescana (Modena)
Dici Stelle michelin e chef, dici Massimo Bottura e la sua Osteria Francescana, una vera perla nel cuore di Modena che lui gestisce insieme alla moglie, Lara Gilmore. Tra i suoi piatti più famosi spiccano le Cinque stagionature di Parmigiano Reggiano, Omaggio a Thelonius Monk, La neve si scioglie al sole e la celeberrima Oops! I dropped the lemon tart.
“Sono cresciuto sotto il tavolo della cucina alle ginocchia di mia nonna Ancella”, racconta il re degli chef italiani stellati. Bottura è nato e cresciuto a Modena, ma ha lavorato a lungo negli Stati Uniti: qui ha conosciuto la moglie Lara, prima di tornare negli Stati Uniti e aprire il ristorante nel 1995. Ma Massimo Bottura firma anche i piatti di Gucci Osteria, ristorante situato nel Giardino Gucci all’interno del Palazzo della Mercanzia.
3. Massimiliano Alajmo – Le Calandre (Rubano)
Due fratelli e un’eredità culinaria: Massimiliano e Raffaele Alajmo hanno preso in gestione il ristorante padovano dai loro genitori e hanno cercato di portarlo ad un livello superiore. I due si sono equamente divisi i compiti: Massimiliano, tra i cuochi famosi italiani più apprezzati, sta in cucina mentre il fratello maggiore Raffaele si occupa della sala da pranzo di Le Calandre.
I piatti più famosi? Il risotto allo zafferano, al ginepro e alla liquirizia in polvere dello chef, la ricotta di bufala croccante, il rombo scottato con purea di patate gialle, succo di carota del cardamomo e polvere di olive nere. La storia di Max è segnata da un primato molto importante: è stato il più giovane chef della storia ad aver ricevuto tre stelle dalla Guida Michelin. Aveva solo 28 anni.
4. Nadia Santini – Dal Pescatore (Canneto sull’Oglio)
Tra i migliori chef italiani c’è lei, il perno di questo piccolo ristorante che sfoggia con orgoglio le tre stelle Michelin dal 1996. Nadia ha imparato a cucinare da giovanissima, seguendo i consigli della bisnonna del futuro marito, Teresa. Ha sempre pensato che uno chef riesce a dare il meglio concentrandosi sulla preparazione di pochi piatti, come in un contesto familiare: “Penso che sia impossibile per una donna gestire una cucina che serve 100 persone. Non posso dare il mio cuore a un piatto se sto cucinando per più di 30 ospiti”.
A metà strada tra Cremona e Mantova si possono gustare piatti tipici e complessi, creati seguendo il criterio del perfetto equilibrio di sapori, come i tortelli di zucca, la spalla di manzo cotta con salsa Nebbiolo e la terrina di aragosta con caviale e l’anguilla alla griglia.
5. Niko Romito – Reale (Castel di Sangro)
Uno chef autodidatta, che dal 2000 gestisce il ristorante Reale insieme alla sorella Cristiana. La sua cucina è fortemente radicata alla sua terra, quella abruzzese. Tutto è cominciato con piatti semplici della tradizione, come bruschette, carne cotta alla griglia, pasta condita con i classici sughi abruzzesi.
In 7 anni il ristorante è diventato un punto di riferimento del gusto a livello mondiale, che si trova ora in un ex monastero cinquecentesco a Castel di Sangro, e Niko si è guadagnato tre stelle Michelin. Il sapore dei piatti sottolinea i legami familiari, le radici più forti. “Spesso si dice che la mia cucina è semplice. Questo è vero, nel senso che manca di complicazioni, ma c’è una notevole complessità. La complessità in cucina può essere benefica, senza mai portare complicazioni”, afferma Niko Romito.
6. Heinz Beck – La Pergola (Roma)
Tedesco di nascita, ma italiano d’adozione, Heinz Beck merita un posto in questa lista, perché guida la cucina di uno dei ristoranti stellati più famosi d’Italia premiato con tre stelle Michelin. Quali sono le caratteristiche della sua cucina? Leggera e sana, dai sapori mediterranei. Tra i piatti più rinomati ci sono tortellini di coniglio con carote e camomilla. La cucina de La Pergola è esaltata ai massimi livelli dalle scelte del sommelier: nella cantina di Marco Reitano ci sono 72.000 bottiglie provenienti dall’Algeria, dal Giappone e da ogni parte del mondo.
7. Stefano Baiocco – Villa Feltrinelli (Gargnano)
Tra i migliori chef italiani c’è un cuoco marchigiano che ha conquistato due stelle Michelin a 50 anni, dopo un lungo percorso che comincia da lontano, quando il giovane Baiocco lavorava al fianco di artisti della cucina, del calibro di Pinchiorri, Allain Ducasse, Ferran Adrià e Joan Roca.
A 31 anni è entrato nella cucina di questo splendido ristorante affacciato sul Lago di Garda e nel 2007 ottiene la prima stella. Tra le mura di questo edificio storico, fatto costruire da Alberico Belgiojoso a fine ‘800, ha perfezionato i suoi piatti fino a renderli iconici. L’esempio più lampante? Un’insalata composta da circa 140 diverse essenze arboree.
8. Fabio Pisani e Alessandro Negrini – Il Luogo di Aimo e Nadia (Milano)
Due chef per un solo obiettivo: conquistare tutti i palati che si incrociano lungo il cammino. Dopo le loro esperienze straniere, si sono trovati entrambi nella stessa cucina e hanno deciso di lanciarsi in una nuova entusiasmante avventura: entrambi sotto la soglia dei 30 anni, con diversi orientamenti culinari, ma con la stessa passione, hanno preso in mano le redini di un ristorante milanese che ha fatto conoscere la cucina italiana nel mondo. Alessandro si occupa dei piatti di pesce, Fabio è il re delle carni: insieme sono una duo vincente.
9. Chicco Cerea – Da Vittorio (Brusaporto)
Questo ristorante in provincia di Bergamo, di proprietà della famiglia Cerea, è stato premiato con tre stelle Michelin. Prende il nome dal capostipite Vittorio e ogni piatto cerca di rendere onore a quello che è stato definito come “il ristoratore più rappresentativo che Bergamo abbia mai avuto”. Nel menu, attivo dal 1966, ci sono scelte dai sapori incredibili: la spallina di vitello al Porto bianco e purea alle erbe fini, i cacciaroli in carrozza alla milanese e il dolce chiamato “La Gioconda”, dedicato alla mamma Bruna, a base di pasta lievitata, gianduia e scorza d’arancia. Enrico, chiamato “Chicco” è lo che che è riuscito a conquistare la terza stella. Merito anche del team che lavora da Vittorio: 24 persone del nucleo familiare, tra nonni, padri, figli, mogli e mariti.
10. Carlo Cracco – Cracco (Milano)
E veniamo ora alla domanda che salta subito alla mente quando si parla di chef italiani famosi. Quante stelle Michelin ha Cracco? Il suo ristorante in Galleria Vittorio Emanuele ha una stella sulla famosa guida che premia il mondo della ristorazione. La storia del giudice di Masterchef comincia da lontano: Carlo Cracco ha cominciato a Vicenza e si è spostato in rancia, dopo aver collaborato con Gualtiero Marchesi. Dopo l’esperienza televisiva si è dedicato totalmente alla sua arte culinaria.
Selezionano personalmente gli ingredienti di prima qualità, immaginano e preparano ogni piatto come un’opera d’arte: una creazione che prende forma prima nella testa e poi si concretizza, gesto dopo gesto, cottura dopo cottura, guarnizione dopo guarnizione. Perché in cucina non è la tecnica a rendere il menu più di una semplice lista di cibi: a fare la differenza è la passione dei grandi chef italiani.
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