Il Paese dei colori, delle mille sfumature del cielo, del mare e della terra.
Dietro ogni tonalità associata all’Italia c’è una storia, un motivo, una leggenda, una spiegazione storica, una fantasia tramutata in realtà. Una peculiarità tutta Made in Italy quella di associare i colori ad una zona o ad una città della Penisola.
L’Italia dei colori: ad ogni città la sua sfumatura
Il rosso degli affreschi di Pompei? Non è sempre stato di questo colore. E il giallo delle case di Parma, da dove deriva? A questa e alle altre domande sui nomi dei colori italiani proveremo a dare risposta in questo cromatico viaggio che attraversa da Nord a Sud lo Stivale.
Argilla Veronese
Si tratta di un pigmento minerale inorganico naturale, noto anche come “verde brentonico”. Una terra verde proveniente dalla zona di Verona, che si ottiene dopo aver depurato e macinato la materia prima. La sua storia è legata a quella dell’arte in Italia: veniva utilizzata come colore soprattutto durante il Medioevo e il Rinascimento. Una sfumatura anticamente riservata ai nobili, ma molto ricercata ancora oggi in campo artistico per la caratteristica semitrasparenza.
Blu Savoia
Perché la maglia della Nazionale Italiana è azzurra? La spiegazione di questa scelta è da ricercare nel passato della storia della Penisola. Il blu Savoia, o azzurro Savoia, era il colore distintivo di Casa Savoia, la dinastia regnante in Italia dal 1861 al 1946. Una gradazione di blu compresa fra il blu pavone e il pervinca, leggermente più chiaro. Il colore, che ricorda le sfumature del cielo, è rimasto ed è stato utilizzato anche in epoca Repubblicana, fino a diventare uno dei colori-simbolo dell’Italia.
Blu Capri
Il colore del cielo limpido, delle maioliche, ma soprattutto del mare di una delle più belle isole italiane, soprattutto quando ci si trova ad ammirare lo spettacolo di luce nella Grotta Azzurra. Una preziosa sfumatura, che ricorda la gemma dello zaffiro.
Giallo di Napoli
Dici giallo a Napoli e pensi a “Faccia Gialla”, il busto reliquiario di San Gennaro, alle ginestre che crescono lungo le pendici del Vesuvio cantate da Leopardi, alle pietre di Tufo, ai limoni. Il colore della positività, del sole, dell’energia, è da sempre associato alla città partenopea. Un colore molto amato dai pittori, usato nelle celebri tele degli Impressionisti per dare calore e luce alla fantasia.
Giallo di Parma
Un colore utilizzato principalmente per le facciate dei palazzi fino alla fine degli anni ’50 del Novecento nel centro storico di Parma. Leggenda narra che furono i residenti di Strada Sant’Anna e Strada San Michele a dare il via alla tradizione, dopo aver dipinto le loro case di un giallo oro ispirati dal colore dei capelli di Isabella di Borbone, passata in quelle strade durante la processione per il suo matrimonio.
Oricello
Questa particolare tinta naturale, detta anche “orceina”, “roccella” o “tornasole”, di colore rosso-viola scura si ottiene dai licheni. Leggenda vuole che un certo Alamanno del Giunta, nel corso di un suo viaggio notò che il colore del ciuffetto di lichene mutava in un rosso intenso tendente al violetto. Tornato a Firenze provò a replicare il colore lavando il lichene con l’ammoniaca (contenuta nell’orina) per tingere la lana. Un metodo che permise alla sua famiglia di accumulare notevoli ricchezze, fino a decidere di cambiare il proprio cognome in Rucellai.
Rosso Bologna
Un perfetto mix di creta, selenite e arenaria. Il colore che contraddistingue il paesaggio bolognese e che ha dato il nome ad un ottimo vino. Un rosso intenso che richiama il sangue che scorre nel corpo e quindi la vita. Portici, archi, cupole, tramonti: il rosso a Bologna è dappertutto.
Rosso Pompeiano
Quello che chiamiamo comunemente con questo nome, era in origine un giallo. Il colore più presente nelle domus di Pompei ed Ercolano si è trasformato in seguito all’eruzione del 79 d.C., quando il “surge”, il vento bollente del Vesuvio trasformò radicalmente le pitture murarie giallo ocra in ocra rossa. Poco male, dal momento che questo fenomeno fisico ha dato vita ad uno dei colori più amati per la sua particolare carica “drammatica”, scelto per intensificare le pareti di casa.
Rosso Veneziano
Una particolare sfumatura di rosa-rosso, di tonalità leggermente più scura dello scarlatto. Il nome rimanda chiaramente alla città di Venezia, circondata dalla terra ricca di ossido di ferro che le conferiva il caratteristico colore. La tonalità era molto ricercata, utilizzata spesso nei dipinti Rinascimentali italiani.
Rosso e Biondo Tiziano
Tiziano Vecellio, uno dei pittori italiani più celebri di tutti i tempi, ha dato il nome a questo colore, o meglio, a questi due colori. I suoi quadri si sono sempre distinti per la presenza di sfumature vive, dettagli accesi, come i vestiti rosso oro indossati dai suoi personaggi. Ma c’è anche il biondo Tiziano, un colore biondo-fulvio, quello che caratterizza le chiome femminili dei suoi dipinti.
Rosso Ferrari
Tra il rosso e l’arancione, questo colore ha sempre contraddistinto le automobili da corsa italiane, fin dagli anni Venti, per renderle più visibili al pubblico di sostenitori delle squadre italiane nei campionati automobilistici. Con il tempo questa tonalità venne sostituita dai colori degli sponsor delle varie scuderie. Il rosso Ferrari? Deriva dal suo sponsor principale Marlboro.
Rosso Valentino
Il colore della moda italiana? Quello che identifica gli abiti e lo stile dello stilista Valentino Garavani, colpito fin dalla giovane età dal colore prevalente nel teatro dell’opera di Barcellona. La sua immaginazione fervida cominciò ad elaborare fino alla messa a punto di una sfumatura tutta sua. Dal 1968 tutte le sue collezioni contengono almeno un abito di colore rosso: per ottenerlo Valentino ha mischiato tre tonalità diverse.
Terra di Siena
Un pigmento inorganico appartenente ai bruni e usato in pittura. Si distingue in terra di Siena naturale e terra di Siena bruciata. Il nome ha origine dalla terra estratta dal Monte Amiata, che in epoca medioevale faceva parte della Repubblica di Siena. Utilizzata come colorante fin dai tempi antichissimi, è diventata celebre grazie all’arte toscana, di Cennino Cennini, Giorgio Vasari e tanti altri.
Verde Indugio
In Toscana hanno chiamato così una tonalità di verde molto cupo, utilizzata soprattutto nel mondo dell’abbigliamento.
Verzino
Nell’industria tessile di Prato, ci si riferisce con questo termine agli stracci di colore verde chiaro.
Un colore, tante sfumature. Infinite combinazioni di pigmenti per creare una tonalità unica che richiama alla mente un luogo, una storia, un pezzo di storia e cultura italiana.