La tanto attesa Fase 2, il momento che ci accompagnerà verso un ritorno alla normalità. Per viverla al meglio, senza rischiare di ricadere nel disagio ci sarà bisogno di rispettare le norme e di diverse accortezze, ma anche di una tecnologia efficace che faccia da supporto alla quotidianità.
Ecco in che ambito si muove il lavoro di MC Sistemi, un’azienda campana, basata a Torre Annunziata, produttrice di software. Da diversi anni qui ci si occupa dello sviluppo di una piattaforma tech chiamata “Smart Occupancy” che raccoglie ed elabora dati in merito a quante persone entrano e a quante persone escono da un determinato spazio, in collaborazione con la Checkpoint Systems, una multinazionale americana.
Daniele Perrella, sviluppatore, spiega come questo processo può essere utile in chiave Coronavirus: «È possibile configurare soglie per area. Ad esempio: se nell’area “x” ci devono essere al massimo 10 persone, quando la soglia è raggiunta, il software è in grado di bloccare una porta o accendere una sorta di semaforo rosso».
Coronavirus, fase 2: una tecnologia in grado di rilevare la temperatura corporea
«Di fronte all’emergenza coronavirus, abbiamo innanzitutto pensato di mettere a disposizione la nostra piattaforma, rendendola visibile a chiunque. La stessa, inoltre, è stata potenziata con l’aggiunta di un dispositivo che funziona esattamente come quello già esistente, ma che, stavolta, rileva anche la temperatura corporea del singolo nel momento in cui entra nel negozio o è in fila all’ingresso di qualsiasi altra area a rischio affollamento. Un’invenzione molto importante, una vera e propria svolta, se pensiamo alle necessità che le aziende dovranno affrontare quando verrà il tempo di riaprire attività e saracinesche».
Quindi rilevando l’attività corporea si è in grado di stabilire se la persona che vuole entrare in un negozio presenta uno stato febbrile: «Se non viene rilevato alcun sintomo febbrile, viene fatta passare. Se invece la temperatura è alterata sopra una certa soglia prestabilita, si può ad esempio allertare la guardia giurata cosicché possa a sua volta effettuare delle verifiche sulla persona per evitare che si diffonda il virus. E ancora: oltre all’immagine sullo schermo del pc o sul telefono cellulare della guardia, stiamo pensando ad esempio di coinvolgere anche lo smartwatch», spiega Daniele.
C’è da scommettere che questo modello tecnologico sarà ampliato anche al di fuori del perimetro dei negozi: «Perché le applicazioni hanno tutte le carte in regola per essere integrate nelle strutture socio-sanitarie, come le cliniche private, gli ambulatori, le farmacie ovviamente, ma anche le case di riposo, gli uffici postali, le banche, le palestre. Un sistema capillare e perfetto per far fronte al mantenimento delle distanze sociali imposte dalla normativa ma soprattutto dalla realtà attuale».
Un’opportunità importante per il momento, sempre più vicino, in cui potremo ricominciare ad uscire, lavorare, vivere.