“Non siamo ancorati al suolo come una vite o un albero, non facciamo parte di una trama di terra. L’umanità ha le gambe per poter viaggiare.” (Roman Payne)
E andare oltre i propri limiti, aggiungeremmo noi. Come hanno fatto diverse eccellenze italiane, protagonisti delle nostre Iex Stories al pari delle grandi invenzioni italiane. Scoperte che hanno cambiato irrimediabilmente la geografia e la storia del pianeta Terra. I grandi viaggiatori del passato hanno scelto di levare l’ancora e salpare verso l’ignoto, di attraversare territori sconosciuti, di rischiare la vita per scoprire cosa si nascondeva oltre l’orizzonte della conoscenza. E il loro nome è rimasto inciso, a fuoco, nella Storia.
Quando si pensa alle esplorazioni tricolore la mente corre subito ai navigatori italiani famosi , quelli che hanno contribuito con straordinarie imprese alla scoperta di parti di mondo, che oggi diamo per scontate. Ma in quanto a viaggiatori famosi l’Italia vanta personaggi eccellenti anche al di fuori dell’ambiente marittimo, con aviatori, alpinisti e scalatori. Ecco i loro nomi e le loro storie!
Esploratori italiani famosi: navigatori, aviatori, scalatori
1. Cristoforo Colombo
“Cominciai a navigare per mare ad un’età molto giovane, e ho continuato fino ad ora. Questa professione crea in me una curiosità circa i segreti del mondo.”
Non ha certo bisogno di presentazioni il navigatore genovese che ha scoperto l’America. Figlio di un tessitore di lana, non si appassionò affatto all’arte paterna, ma scelse il mare per la sua vita. Il fratello Bartolomeo, cartografo, gli insegnò tutti i segreti per la lettura e il disegno delle carte. Quando cominciò a circolare l’idea che la Terra fosse rotonda e non piatta, Colombo cominciò a sognare di raggiungere le Indie, navigando verso Occidente. A finanziare l’impresa furono i sovrani di Spagna, Ferdinando e Isabella. Il 3 agosto 1492 Colombo salpò da Palos (Spagna) con tre caravelle (la Nina, la Pinta e la Santa Maria) con equipaggio spagnolo. Dopo aver colonizzato San Salvador arrivò la memorabile scoperta: il 12 ottobre 1492, Colombo approdò nelle Americhe, segnando la data di inizio dell’Età Moderna e inaugurando un nuovo mondo.
2. Amerigo Vespucci
“Gli alberi che vidi sono di tale e tanta bellezza e leggerezza che pensammo di trovarci nel paradiso terrestre.”
Tra i navigatori famosi non può mancare questo fiorentino, che tra il 1497 e il 1498, prende parte ad una spedizione sotto il comando di Juan Diaz de Solis. La laguna di Maracaibo ricorda al Vespucci Venezia: prenderà dunque il nome di Venezuela. In una seconda spedizione, avvenuta tra il 1499 e il 1500, Vespucci arriverà da solo, primo europeo, alla foce del Rio delle Amazzoni. Amerigo Vespucci è universalmente riconosciuto come uno degli esploratori più importanti del Nuovo Mondo, il primo a capire che quelle terre facevano parte di un nuovo e inesplorato continete. A quel continente lui legò il suo nome per sempre: America.
3. Marco Polo
“Signori imperadori, re e duci e tutte altre genti che volete sapere le diverse generazioni delle genti e le diversità delle regioni del mondo, leggete questo libro.”
Navigatori veneziani? Prima di tutto grandi mercanti, come Marco Polo, viaggiatore e autore dell’opera “Il Milione”, considerata una pietra miliare nella storia della letteratura e delle esplorazioni: il racconto dettagliato dei territori d’Oriente. I rapporti commerciali della sua famiglia lo portano in Cina, al servizio dell’Imperatore che affida a lui e ai suoi fratelli alcune missioni nelle province più remote del suo impero. Dopo essere diventato governatore di Hang-chou, rientra a Venezia e, nel difendere la città dall’attacco dei genovesi, viene fatto prigioniero. In carcere conosce Rustichiello da Pisa, a cui racconta tutte le sue avventure. Ne viene fuori un libro, tradotto in tutte le lingue del mondo, un documento fondamentale per comprendere l’Oriente medievale.
4. Giovanni Caboto e Sebastiano Caboto
Giovanni e Sebastiano navigatori, padre e figlio, una passione di famiglia. Lavorando al servizio dei mercanti veneziani, il primo raggiunse l’Asia prima ancora di Colombo. In nome della Corona Inglese, nel 1497, prese possesso della terra d’Irlanda. Il figlio Sebastiano, navigatore come il padre, era con lui nella scoperta della costa del Labrador (Terranova). Fu ammiraglio nella Marina Inglese, esperto cartografo ed esploratore per conto dell’Inghilterra del Rio de la Plata, alla ricerca di favolose ricchezze.
5. Umberto Nobile
“Il fatto che gli altri non c’erano riusciti. Questo fu il fatto essenziale che mi spinse per l’impresa del Polo.”
Nato ad Avellino nel 1885, il nome di uno dei più importanti inventori e progettisti del XX secolo è legato alla drammatica tragedia del dirigibile “Italia”. Oltre ad aver progettato il primo paracadute italiano e il primo aeroplano metallico italiano, nel 1926 è il primo italiano a sorvolare il Polo Nord insieme ad una spedizione norvegese. Una volta tornato costruisce il dirigibile “Italia”, con l’obiettivo di atterrare sui ghiacci del Polo. Le sedici persone a bordo raggiungono nel 1928 il Polo, ma i forti venti impediscono la discesa. Sulla via del ritorno l’Italia perde improvvisamente quota fino a schiantarsi sul pack del Mar Glaciale Artico. Dieci uomini, tra cui Nobile, riescono a resistere in una tenda da campo dipinta di rosso e utilizzando una radio, l’Ondina 33. Il 4 giugno il segnale viene captato e si organizza una gigantesca operazione di soccorso.
6. Ardito Desio
“Vivere non est necesse, navigare est necesse!”
Un paleontologo, geologo e scienziato, ma anche un esploratore famoso, alpinista e pioniere. La sua impresa più celebre fa parte della Storia del mondo: Ardito Desio ha guidato la spedizione che per prima mise piede sulla temibile vetta del K2, la seconda vetta del mondo. Il 31 luglio 1954 la spedizione italiana, composta anche da Bonatti, Lacedelli e Compagnoni, conquista la cima, dopo uno sforzo sovrumano. In tanti ci avevano provato, l’Italia ci è riuscita grazie a Desio.
7. Walter Bonatti
“Le grandi montagne hanno il valore degli uomini che le salgono, altrimenti non sarebbero altro che un cumulo di sassi.”
Un operaio siderurgico con la passione per la montagna. Il primo ad aprire una via per scalare la parete est del Monte Bianco, nel 1951. Lo scalatore bergamasco ottiene il brevetto di guida alpina e partecipa alla spedizione italiana di Ardito Desio, Lino Lacedelli e Achille Compagnoni sul K2. L’atteggiamento tenuto dai suoi compagni di scalata lo deluderà profondamente. Nel 1955 Bonatti scala una delle pareti più difficili del pianeta, il pilastro sud-ovest del Petit Dru (Monte Bianco) in solitaria, un’impresa che nessuno sarà più in grado di ripetere. Nell’agosto del 1964 apre una via in solitaria invernale in soli cinque giorni sulla parete nord del Cervino, ottenendo dalla Presidenza della Repubblica una Medaglia d’Oro. Dopo la sua morte, il mondo seppe che fu proprio Bonatti a portare l’ossigeno ai suoi compagni sul K2, fornendo l’elemento fondamenta per la conquista italiana della vetta.
Oltre i propri limiti, oltre i limiti dell’umanità intera. Ci sono uomini nati per essere spettatori e uomini nati per essere protagonisti, di azioni straordinarie, di imprese memorabili, di scoperte senza precedenti, della Storia del Mondo.