Per molto tempo il geografo degli antichi, il greco Strabone, aveva sostenuto che le origini di Pompei fossero da attribuire agli Osci, una popolazione di ceppo sannitico della Campania preromana. Gli ultimi scavi nel celebre parco archeologico di Pompei portano alla luce un’altra verità: una città etrusca costruita con uno stile tutto suo.
A parlarne è il direttore del parco archeologico Massimo Osanna insieme all’archeologo Carlo Rescigno, accademico dei Lincei professore di archeologia classica all’Università della Campania Luigi Vanvitelli, durante la presentazione alle nuove scoperte all’Accademia dei Lincei. A fondare Pompei, molti secoli prima che diventasse una colonia romana, pare siano stati gli etruschi, organizzando la pianta delle strade “seguendo il cielo e le stelle” come già avevano fatto per Tarquinia, Veio, Cerveteri.
Oggetti con iscrizioni etrusche: cosa successe a Pompei prima dei romani
Ad avvalorare questa ipotesi è stato il ritrovamento di alcuni oggetti, come centinaia di anfore, vasi e ampolle oltre ad una settantina di coppe con iscrizioni, nello scavo del santuario costruito lungo la strada che portava al mare. La maggior parte di queste coppe riporta graffiti con frasi rituali accompagnate dal nome di chi ha fatto l’offerta. I nomi sono etruschi, così come etrusco è il riferimento alla divinità onorata, indicata con il generico “Apa” (“padre” in etrusco).
Prende corpo tra gli esperti l’idea di una città fondata e costruita nell’arco di pochi decenni da un gruppo di persone, anche schiavi liberati, una piccola comunità etrusca mixata a diversi membri della comunità locale. Una città florida e in piena crescita che dovette fare i conti con un tragico stop, che nulla ha a che vedere con l’eruzione del Vesuvio, che ci sarà invece cinque secoli più tardi. Nel 474 a. C. i greci vinsero contro gli etruschi in una storica battaglia navale, quella di Cuma. Pompei venne abbandonata dai suoi abitanti, con tutta la sua storia etrusca, fino all’arrivo di chi la trasformò nella perla storica che conosciamo ora.