“Intellettuale io? Che brutta parola, logora e stantia. Non mi considero né intellettuale né poeta: sono uno che cerca di vedere dentro se stesso, che è la via più sicura per capire gli altri.” (Giorgio Gaber)

Non si considerava un intellettuale, non voleva essere definito in questo modo, ma in realtà Giorgio Gaber era un artista restio a qualsiasi tipo di etichetta. Un innovatore in tutti i campi, un dissacratore osteggiato in vita e celebrato dopo la morte. L’Italia ricorda le canzoni di Gaber, le frasi di Giorgio Gaber , l’eclettismo di un personaggio che ha fatto la storia della musica e della cultura tricolore.

Giorgio Gaber: biografia

Per comprendere bene il senso delle canzoni di Giorgio Gaber bisogna partire dalle tappe della sua vita. Giorgio Gaberščik nacque a Milano il 25 gennaio 1939, da una famiglia della piccola-media borghesia proveniente dal Veneto. Le origini triestine del padre sono svelate dal cognome, di chiara matrice slava. L’incontro con la musica avviene prestissimo: comincia a studiare la chitarra e trae ispirazione dai maggiori jazzisti dell’epoca, come Jannacci e Tenco.

Il successo arriva negli anni universitari, quando Giorgio arriva alla trasmissione il Musichiere. Le canzoni di Giorgio Gaber arrivano per quattro volte a Sanremo, ma senza piazzamenti di rilievo. La svolta arriva quando la discografia di Gaber si arricchisce di una nuova forma di spettacolo, il teatro-canzone. Dopo aver creato una sorta di alter ego, il signor G., cominciò a girare l’Italia con spettacoli stimolanti e divertenti. La morte di Giorgio Gaber, sopraggiunta a 64 anni, a causa di un ostile cancro ai polmoni, ha lasciato un mondo orfano del suo istrione. Nel 2006 è stata costituita la fondazione Gaber, che ha come scopo la divulgazione e la valorizzazione della figura e dell’opera dell’artista rivolta in particolare alle fasce di pubblico più giovane.

Gaber

Gaber

Giorgio Gaber: frasi 

Spulciando tra i testi di Giorgio Gaber è possibile estrapolare le sua frasi più significative, espressione diretta della sua arguzia e della capacità di descrivere perfettamente la situazione politica e sociale italiana. 

“La libertà non è star sopra un albero, non è neanche avere un’opinione, la libertà non è uno spazio libero, libertà è partecipazione“ (da La libertà);

“Ho bisogno di un delirio che sia ancora più forte, ma abbia un senso di vita e non di morte“ (da Il delirio);

“Perché da sempre l’attesa è il destino di chi osserva il mondo con la curiosa sensazione di aver toccato il fondo“, (da L’attesa);

“La mia generazione ha visto le strade, le piazze gremite di gente appassionata, sicura di ridare un senso alla propria vita. Ma ormai son tutte cose del secolo scorso: la mia generazione ha perso“, (da La razza in estinzione);

“Mi scusi Presidente, ma questo nostro Stato che voi rappresentate mi sembra un po’ sfasciato. È anche troppo chiaro agli occhi della gente che tutto è calcolato e non funziona niente“, (da Io non mi sento italiano).

Giorgio Gaber

Giorgio Gaber

Giorgio Gaber: canzoni più belle

Gaber ha una discografia decisamente complessa: impossibile elencare tutti i brani incisi. ma proveremo, in ogni caso, a rendere conto del valore culturale di quest’eccellente artista italiano attraverso i suoi successi principali.

Giorgio Gaber – Torpedo Blu

Tanta colorata ironia: questo era Giorgio Gaber, che in questa canzone ci lascia immaginare una vera e propria scenetta. Lui, lei, un’auto, un primo appuntamento e quel sorriso spontaneo che era il marchio di fabbrica della sua musica.

Giorgio Gaber – Io non mi sento italiano

Uno dei brani più famosi dell’eclettico attore-cantante, una lettera al Presidente, nella quale Gaber parla con amarezza e disillusione del proprio Paese, mixando attualità e nostalgico passato. 

Giorgio Gaber – Destra/sinistra

Una canzone satirica, che profetizzava quanto accaduto: la perdita di identità dei due principali schieramenti ideologici e politici italiani.  Un brano dal retrogusto dolceamaro che fotografa bene il caos di valori e ideali riconoscibile quotidianamente.

Giorgio Gaber – O bella ciao

Il primo a cantare in tv la canzone simbolo della Resistenza fu proprio Giorgio Gaber, nel 1963, sdoganando un brano dalla forte connotazione politica. Un inno alla libertà, ripreso poi in più versioni da tanti cantanti e numerose band italiane.

Giorgio Gaber – Barbera e Champagne

Un accostamento apparentemente irriverente tra il vino piemontese e lo spumante francese dalle mille bollicine è il fulcro principale di questo brano che vuole esorcizzare le pene d’amore, in un modo buffo, ironico e teatrale. Proprio le caratteristiche principali dello stile di Gaber.

Giorgio Gaber – Io se fossi Dio 

Un brano tratto dal disco più scomodo, irriverente, coraggioso, e sincero di Giorgio Gaber. Polemico e polemizzato, ostile e ostacolato, ma sopravvissuto ad ogni tentativo di censura da parte dei benpensanti. Gaber si ama o si odia, ma di certo non può lasciare indifferenti.

il grande giorgio gaber

Giorgio

Cantautore e attore, capace di unire queste due figure artistiche nella sua eclettica anima. Ogni canzone ha meritato un palcoscenico, uno spettacolo di accompagnamento, una scenografia e quell’indimenticabile mimica. Nessuno più di lui ha saputo raccontare l’Italia, di ieri e di oggi, sotto il tagliente velo dell’ironia. 

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