IEX Consiglia | Il Paradiso delle signore su Rai Uno
La soap di Rai Uno tutta Made in Italy che ha conquistato il pubblico italiano, il Paradiso delle signore. Ci sono tutti gli ingredienti per una fiction di successo: sullo sfondo di una Milano in pieno boom economico, assistiamo al cambiamento sociale del paese, con lo spostamento in massa dal Sud al Nord e l’emancipazione femminile al di fuori delle quattro mura domestiche.
Amori, inganni, tradimenti, colpi di scena: la soap è arrivata alla quarta stagione, ricoprendo una fascia oraria precisa di circa 40 minuti. Gli episodi vengono girati alla periferia di Roma, negli studi Videa dove la Milano degli anni Cinquanta e Sessanta è stata ricostruita nei minimi dettagli.
Il Paradiso delle signore: la soap ispirata al romanzo di Emile Zola
La storia ruota intorno alla vita di un grande magazzino e delle sue giovani commesse. La serie, venduta in tutto il mondo, va in onda dal lunedì al venerdì alle 15:40 e deve il grande successo alla mescolanza di ceti sociali, tipica di quel periodo in Italia. C’è il mondo aristocratico, rappresentato dalla famiglia Guarnieri, quello piccolo-borghese della famiglia Cattaneo e il mondo della famiglia popolare degli Amato.
“Sono passati cinque anni da quando è nata l’idea di realizzare una serie ispirata al romanzo di Emile Zola Au bonheur des dames, ma se la rivoluzione industriale in Francia è arrivata nell’Ottocento, noi abbiamo deciso di ambientare la nostra storia durante il boom economico – racconta il produttore Giannandrea Pecorelli – Sono partito dall’immagine simbolo dei treni che arrivavano alla stazione di Milano dal Sud, così ben raccontata in Rocco e i suoi fratelli. Quell’immagine è emblematica non solo cinematograficamente ma storicamente, dell’Italia che uscita dal dopoguerra si lanciava nell’industrializzazione. Abbiamo studiato a fondo quel momento della storia del nostro paese e abbiamo cercato di raccontarlo dal punto di vista delle commesse. Io ho avuto modo di conoscere Mariangela Melato, che mi aveva raccontato la sua esperienza in un grande magazzino a Milano prima di avere successo come attrice, stessa sorte di Lucia Bosé; le commesse erano un simbolo di emancipazione, a quei tempi il lavoro femminile era molto limitato e diventare commessa era un importante passo verso l’indipendenza”.