Non è un caso che le cose più preziose siano anche le più fragili, quelle che vanno custodite e protette, che vanno ammirate senza impeto, ma con la delicatezza che si riserva alla pura bellezza. Tra le eccellenze italiane più apprezzate nel mondo non può mancare il vetro di Murano, la tradizione tricolore che coniuga la sapienza dell’artigianato e le avanzate tecniche industriali. Sinonimo di stile Made in Italy nel mondo, simbolo della cristalleria italiana di lusso, l’arte del vetro di Venezia viene oggi esportata in tutto il mondo, ma tutto parte dalla piccola isola veneziana in cui tutto cominciò nell’VIII secolo.
La Storia del Vetro di Murano
Un piccolo isolotto nella Laguna veneziana, ricco di case rinascimentali e con quel faro bianco che si staglia all’orizzonte. Tra queste strade si tramanda da secoli l’arte dei maestri vetrai di Murano, dinastie familiari che hanno imparato a trasformare sabbia in splendido vetro soffiato di Murano.
La prima civiltà dedita alla creazione di oggetti in vetro è quella dell’Antico Egitto. Il segreto di quest’arte è giunto poi fino ai romani per arricchire le case dei nobili, ma ci vorranno molti secoli e notevoli influenze arabe e asiatiche per arrivare alla produzione di vetro che conosciamo oggi. E proprio a Venezia si stabilì la regola di questa produzione, quando, per prevenire gli incendi sulla terraferma causati dal processo di lavorazione del vetro, si decise di scegliere Murano come fabbrica galleggiante.
La lavorazione del vetro di Murano è molto complessa e muove una grossa fetta di economia nazionale, così, per proteggere i segreti di quest’arte, i vetrai furono autorizzati a portare spade e a godere di privilegi e immunità particolari. Inoltre, non avrebbero mai dovuto lasciare la Repubblica, mantenendo il più stretto riserbo sulla qualità e sulle fasi del processo di produzione dei diversi tipi di vetro: millefiori, cristallino, smaltato, lattimo, murrine.
Guardando indietro ai documenti che attestano la produzione dei vetri artistici nel tempo, troviamo un atto di donazione del 982. Tanti sono poi i documenti risalenti alla fine del 1200 che testimoniano la concentrazione delle fornaci lungo il Rio dei Vetrai a Murano. Dal 1450, grazie alle intuizioni del vetraio Angelo Barovier, le tecniche di lavorazione diventarono più elaborate e si svilupparono ulteriormente portando alla creazione del puro vetro. Il momento di massimo splendore? Nel XVI secolo i vetrai si dedicarono allo studio e al perfezionamento delle forme dei manufatti. I vetri di Murano divennero sottili e purissimi, le fogge essenziali e leggere, scelte dai nobili di tutta Europa per impreziosire le proprie tavole.
In quest’epoca si sviluppò una vera e propria forma di spionaggio industriale tra le fornaci, che volevano rubarsi i segreti per la produzione dei prodotti più belli e più pregiati. La Repubblica istituì allora dei riconoscimenti artistici per tutti i maestri che apportavano delle novità alla classica lavorazione, brevettando di fatto l’invenzione della filigrana a ritortoli e della filigrana a reticello. Per i maestri più innovativi i privilegi assegnati avevano una durata temporale: oltre la scadenza le tecniche potevano essere condivise da tutte le vetrerie. Per limitare l’emigrazione dei maestri e l’esportazione della tecnologia, nel 1605 venne redatto il Libro d’Oro, contenente i nomi degli appartenenti alla Magnifica Comunità di Murano, la nobiltà vetraria. Con il passare del tempo, poi, l’arte di Murano ha seguito l’evoluzione del gusto contemporaneo, nel rispetto di una tradizione millenaria.
Molti laboratori storici, gli stessi che aiutarono Picasso, Fontana e Chagall a creare delle vere e proprie opere di vetro, sono diventati marchi internazionali: pensiamo a Salviati, Barovier & Toso, FerroMurano, Berengo Studio. Le produzioni più belle, che raccontano l’evoluzione del vetro di Murano si possono ammirare presso il Museo del Vetro.
Come si produce il vetro di Murano
Il vetro veneziano è sodico, perché alla silice, la sabbia destinata alla trasformazione, si aggiunge la soda per consentire la fusione a temperature minori. Le materie prime si miscelano alla sera, dopo l’orario di lavoro, e la preparazione del mix dura tutta la notte: ai materiali fondamentali si aggiungono poi lo stabilizzante, i decoloranti o i coloranti, ed eventualmente gli opacizzanti. Il forno a riverbero fonde le materie prime alla temperatura di circa 1.400° e, dopo un’intera nottata di fusione, alla mattina i vetrai trovano il materiale fuso, pronto per la modellazione.
La pasta di vetro rimane duttile fino alla temperatura di 500°. A questo punto entra in scena il gruppo di lavoro, ovvero la piazza, composta da serventi e garzoni, coordinata dal maestro. L’opera viene poi rifinita a freddo da esperti molatori che procedono alla levigatura o ad altre rifiniture. Per quanto riguarda l’incisione figurativa, ci si appoggia a laboratori indipendenti, dove operano decoratori altamente specializzati. E, infine, se la decorazione prevede l’utilizzo dello smalto, l’oggetto passa poi in un laboratorio specifico nel quale vengono eseguite la pittura e la ricottura dello smalto. Tutto questo per ottenere il vero Murano Italy.
Le tecniche di lavorazione del Vetro di Murano
Ogni vetreria di Murano si è specializzata nel tempo nella produzione di prodotti specifici, e a seconda della tecnica di lavorazione impiegata, il prezzo del vetro di Murano spazia da qualche decina di euro (per i pezzi piccoli e meno pregiati) alle decine di migliaia di euro, per dei tesori da tenere in casa e mostrare con orgoglio.
Vetro Soffiato
Si comincia a soffiare il vetro nel I secolo a.C. sulle coste orientali del Mediterraneo. I maestri di Murano hanno sviluppato una straordinaria abilità nella modellazione a caldo, inventando nuove tecniche e proponendo forme eleganti e raffinate. Tra le tecniche, la più importante è la filigrana: sia il tipo a retortoli, che quello a reticello, adatte a creare l’effetto merletto all’interno del vetro.
Lampadari
Dalle vetrerie di Murano, nel XVIII secolo, nasce la ciocca, il lampadario di cristallo a bracci portacandele con elementi in vetro soffiato e decorato da fiori vitrei multicolori e da elementi pendenti. Questo prodotto resta ancora oggi il fiore all’occhiello della produzione veneziana.
Murrina
Questa tecnica è antichissima, riconducibile ai romani, ma recuperata solo nel XIX secolo. Si tratta di fondere al calore del forno tessere monocrome o sezioni di canna vitrea policroma secondo un disegno previsto, per ottenere vetro colorato, con il quale realizzare decorazioni e preziosi gioielli.
Cristalleria
Il servizio da tavola compare nelle vetrerie di Murano fin dal Medioevo. Per produrre modelli sempre più contemporanei, le vetrerie collaborano con i più noti designer.
Incisione
Questa tecnica si applica sul cristallo incolore o lievemente colorato attraverso due modalità: il graffito a punta di diamante e l’incisione a rotina, realizzata appunto con una piccola ruota metallica e più profonda.
Perle vitree
Un lavoro manuale preciso e dettagliato, che comincia dalle semplici conterie, ovvero perline arrotondate o a spigolo vivo, ottenute dalla ripartizione di tubicini forati tirati in fornace per decine di metri. Ma la vera complessità è nella lavorazione a lume: una canna vitrea non forata viene ammorbidita dal calore del fuoco che fuoriesce da un cannello, poi viene avvolta intorno a un tubicino metallico, per conferire alla perla la forma desiderata. La perlina viene poi decorata con vetro policromo.
Scultura
Superando le iniziali difficoltà tecniche legate alla modellazione di pesanti masse di vetro incandescente, oggi la produzione scultorea occupa un ruolo di rilievo nella produzione muranese, con la creazione di vere e proprie opere d’arte.
Specchi
In passato gli specchi di Murano nascevano da lastre vitree ricavate aprendo un cilindro soffiato, e venivano poi elaborate nelle botteghe veneziane degli specchieri. Questa tradizione si è conservata pressoché intatta, e gli esperti artigiani dello specchio provano quotidianamente ad applicare le più raffinate tecniche decorative ispirate all’elevata qualità dei manufatti antichi.
Lavoro a lume
La tecnica si applica utilizzando come semilavorato una canna vitrea colorata ammorbidita con il fuoco da un cannello. Con questa lavorazione è possibile realizzare praticamente qualsiasi oggetto si desideri.
Decorazione a smalto
Una pittura ornamentale, derivata dall’arte islamica e bizantina, eseguita con un materiale che ha gli stessi componenti della parete vitrea su cui viene applicata.
La millenaria tradizione veneziana, la pura arte di trasformare un pugno di sabbia in prezioso vetro, dai mille colorati riflessi. Il fuoco forgia, il respiro modella, la sapiente arte completa la magia, e l’informe vetro diventa simbolo dell’eccellente maestria italiana.