Uno dei piatti più importanti della cucina italiana, amato in tutto il mondo. Protagonista di accesi dibattiti sui giusti ingredienti da utilizzare. Guanciale o pancetta? Pecorino o parmigiano? In occasione del Carbonara Day, che cade il 6 aprile di ogni anno, scopriamo insieme quali sono le origini e i modi di cucinare la pasta alla carbonara, un’eccellenza del patrimonio gastronomico tricolore.
La storia della carbonara: idea americana, ingredienti italiani
Tutto comincia durante la Seconda guerra mondiale, quando i soldati Alleati impegnati sulla linea Reinhard, tra Lazio, Molise e Campania, assaggiarono una specialità abruzzese, la pasta “Cacio e ova”. Leggenda narra che per riprodurre i sapori di casa questi soldati aggiunsero alla ricetta base il guanciale (che ricordava il bacon americano). I profumi di questa delizia inebriarono le narici romane che si appropriarono della “paternità” della ricetta. Ad oggi per nessuno al mondo sembrano esseri dubbi: la carbonara è un piatto tipico della cucina romana.
A questo punto è lecito chiedersi: perché la carbonara si chiama così? Secondo la tradizione il nome fa riferimento ai boscaioli che lavoravano sugli Appennini raccogliendo la legna per fare il carbone. Ma un’altra versione tira in ballo una nobildonna del Polesine, che ospitava in casa sua le riunioni ottocentesche della carboneria, allietate da un ghiotto piatto di pasta.
Pasta alla carbonara: la ricetta originale
Oltre ogni controversia e nonostante le numerose varianti, a Roma c’è un solo modo per preparare la carbonara e ogni deviazione dal percorso originario viene considerata un’eresia.
Ingredienti
1 uovo per ogni commensale
200 grammi di pasta
100 grammi di guanciale (pancetta nì, vietato il bacon)
50 grammi di pecorino romano (no parmigiano)
sale
pepe (meglio se macinato al momento)
Tempo di preparazione: 16 minuti
Procedimento
1. Prendere il guanciale e tagliarlo a listarelle o quadrati. Lasciarlo rosolare in padella finché non diventa leggermente croccante;
2. Cuocere la pasta (libero spazio alla fantasia nella scelta dei formati) in acqua salata;
3. Sbattere le uova insieme ad un pizzico di sale, una manciata di pecorino ed una spruzzata di pepe nero;
4. Scolare la pasta al dente (mi raccomando!), versarla nella stessa padella in cui è stato rosolato il guanciale e lasciar assorbire il condimento mescolando con un cucchiaio di legno;
5. Aggiungere il composto di uova sbattute, a fornello spento (questa è una legge!), per evitare l’effetto frittata. Quella che dovrete servire è una pasta condita con una crema (vietata l’aggiunta di panna);
Le dieci regole per una carbonara perfetta
Se aveste ulteriori dubbi, alleghiamo qui il decalogo stilato dal dottor.Marco Mascioli, i dieci comandamenti romani da non trasgredire
1. Usa sempre er guanciale. Si volevamo er bacon annavamo in America.
2. Niente parmigiano, solo pecorino. Chi dice metà e metà c’ha quarcosa da nasconne.
3. Nun coce l’ovo. Mejo n’infezione che na frittata.
4. Niente ajo e niente cipolla, nun stai a fa er ragù.
5. Nè ojo, nè buro, nè strutto. Hai da fa’ spurgá er guanciale.
6. Niente peperoncino. In Calabria ce vai st’estate.
7. Non usare altre spezie al di fuori der pepe. Si nun te sta bene vai a cena dall’indiano.
8. Chi mette ‘a panna dovrebbe annà in galera.
9. Nun dì mai ‘carbonara’ e ‘vegana’ nella stessa frase.
10. Tonnarelli, spaghetti, bucatini, rigatoni. Va bene tutto, basta che non fai scoce ‘a pasta.
E sì, lo sappiamo che a questo punto dell’articolo vi è venuta una grande fame, per cui, quale modo migliore di celebrare il Carbonara Day, se non con un bel piatto di gusto e tradizione? Preparatevela, fatevela preparare, prenotate un tavolo al ristorante di fiducia. Oggi tutto il mondo si unisce nel nome della Carbonara: pronti, forchetta, via! E Buon Appetito!
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