I simboli di Bologna, austeri e leggendari, si ergono sull’antica Via Emilia. Dall’alto dei loro quattrocentonovantotto gradini offrono una spettacolare vista sulla città e sono una delle attrattive turistiche principali del capoluogo emiliano.
Interamente realizzate in muratura, le due Torri bolognesi sono state erette per difesa e segnalazione, ma anche per mostrare a tutti il prestigio sociale della famiglia Asinelli. Storia e leggenda si fondono insieme e non è possibile separarle mentre si ammira la maestosità della Torre degli Asinelli e della Torre della Garisenda.
Torre degli Asinelli di Bologna
Costruita tra il 1109 e il 1119, questa torre medievale pendente è la più alta del mondo con i suoi 97,20 metri. Come detto, la scalinata interna ha 498 gradini mentre il basamento è circondato da una rocchetta realizzata nel 1488 per ospitare i soldati di guardia. Sotto il portico si possono ammirare antiche botteghe di artigianato in ricordo della funzione commerciale che veniva scolta un tempo dal “mercato di mezzo”.
Gli studenti bolognesi lo sanno bene: “Non si sale sulla Torre degli Asinelli prima di essersi laureati, altrimenti potrebbe non accadere più”. Ma quali sono le leggende che circondano la nascita della torre bolognese?
Torre degli Asinelli: leggenda
Si narra di un contadino che possedeva due robusti asinelli, suoi aiutanti nel quotidiano e faticoso lavoro dei campi. Il pover’uomo sperava di poter un giorno espandere i suoi campi comprando altre terre per il suo amatissimo ed unico figlio.
Un giorno, lavorando su un terreno isolato, l’uomo vide i suoi asinelli cominciare a scalciare come impazziti, scavando con più insistenza in un punto del terreno. L’uomo, scosso da tanto ardore cercò inutilmente di fermare i due asinelli. Dal terreno spuntò qualcosa che attirò la sua attenzione: un baule pieno di monete d’oro e d’argento, arricchito di pietre preziose. Lo chiamò “il tesoro degli asinelli”.
Il contadino non confidò a nessuno la grossa fortuna che gli era capitata e non raccontò nemmeno alla moglie quando accaduto grazie ai suoi asinelli. L’uomo, però, non tenne tutto il tesoro per sé, ma decise di dividerlo con la sua famiglia. Il figlio del contadino crebbe sotto la guida dei migliori precettori e dei più bravi insegnanti.
Il giovane uomo di innamorò poi di una fanciulla appartenente a una delle famiglie più importanti della città di Bologna, ma la differenza sociale era troppo grande e sicuramente i genitori della ragazza non avrebbero acconsentito di darla in sposa ad un ragazzo di umili origini.
Il ragazzo deciso di affrontare la situazione: si presentò al palazzo e chiese la mano della fanciulla. Il padre scoppiò a ridergli in faccia e sfidò il giovane: avrebbe acconsentito, a patto che il figlio del contadino fosse stato in grado di costruire una torre molto alta. Fu proprio il padre, il contadino, a trovare la soluzione: consegnò al figlio il tesoro che aveva custodito in tutti quegli anni e fece iniziare i lavori per la Torre, che oggi è appunto conosciuta come la Torre degli Asinelli. I due giovani si sposarono e vissero felici e contenti.
Torre della Garisenda di Bologna
Accanto alla Torre degli Asinelli ne svetta un’altra per circa 48 metri da terra. Anche la Torre della Garisenda fu costruita tra il 1109 e il 1110, ma si dice fosse più alta di almeno 20 metri. Costruita inizialmente per scopi militari, l’uso fu mutato a causa della pendenza sempre più rilevante e pericolosa: tra il 1351 e il 1360 la Torre fu mozzata.
Nel XV secolo la torre fu acquistata dalla Società dei Drappieri, che avevano la loro sede nel Palazzo degli Strazzaroli di fronte e che organizzavano il mercato nella piazza antistante. Alla base della torre vennero costruiti altri edifici utilizzati dai venditori e una chiesetta intitolata a Santa Maria delle Grazie, ma sono stati tutti abbattuti nel tardo Ottocento.
Nel 1804 poi, sotto il dominio napoleonico, le corporazioni furono definitivamente soppresse e la proprietà della torre venne acquisita dalla famiglia Ranuzzi. Arrivò poi nelle mani dei Malvezzi Campeggi, che un secolo dopo, il 27 agosto 1904, la vendettero al barone comm. Raimondo Franchetti. E qui la storia della Torre della Garisenda arriva ad un’importante svolta: il nuovo proprietario decise di donarla al Comune di Bologna.
Torre della Garisenda: leggenda
Esiste una leggenda anche sulla costruzione di questa torre più piccola: pare che nel corso della sua costruzione la torre sia in parte crollata, causando così la caratteristica pendenza. La responsabilità del crollo venne attribuita alla famiglia che ne ordinò la realizzazione perché chiese alle persone responsabili della costruzione che la struttura sviluppasse una sorte di attorcigliamento alla torre vicina. Nella realtà la pendenza fu causata da un cedimento del terreno.
Si intravedono già dalla distanza, giganti in muratura eretti a difesa della città: le due torri sono i simboli di una Bologna orgogliosa e leggendaria, rossa e dotta, che guarda dall’alto il mondo e si lascia ammirare per bellezza e storia.