Il mondo della moda italiana, che vanta una qualità unica al mondo, è fermo da circa un mese e mezzo. Nella Fase 2, durante la riapertura che segue all’emergenza Coronavirus, ci sarà bisogno di applicare nuove regole per la sicurezza nelle aziende e nuove strategie, per riportare in Italia produzioni che si facevano all’estero (reshoring), per rivalutare la filiera italiana fatta di piccole imprese artigiane.
“La moda è una filiera stagionale. Ci sono date importanti, non comprimibili – ha detto il presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana, Carlo Capasa – noi dobbiamo presentare le collezioni a giugno per venderle, prepararle e consegnarle alle boutique di tutto il mondo.“
Come si ripartirà? Parla Matteo Lunelli, che con Altagamma riunisce le eccellenze del made in Italy: “Si riparte tutelando la salute. Devono riavviarsi le piccole imprese e settori come il design, completamente bloccati da un mese e mezzo. Gli associati di Altagamma, Camera Moda e Confindustria Moda vogliono ripartire rispettando le regole, gradualmente“.
Moda in Italia: ecco come tornare ai vertici mondiali
Anche il presidente di Confindustria Moda Claudio Marenzi dice la sua: “Lo smart working va benissimo per la parte commerciale e amministrativa delle imprese, ma la produzione va fatta sul campo. Insisto sul tema sicurezza perché abbiamo firmato in Confindustria un protocollo con i sindacati, che poi verrà discusso con il comitato scientifico e con il Mise. Ma abbiamo una filiera unica al mondo e stiamo fermi. In Spagna, Turchia, Portogallo, hanno continuato a lavorare, in sicurezza certo. Qualcuno potrebbe cominciare a pensare di produrre fuori abbandonando la filiera italiana. Se non ripartiamo subito rischiamo di perdere il supporto del made in Italy, la filiera. Tra la bolla 1998 – 2008 abbiamo perso centinaia di migliaia di addetti ai lavori. Se la filiera la perdi è finita, non si ricrea. Ricordiamo che siamo la seconda manifattura in Europa con il 40% della produzione, poi viene la Germania con l’11%“.
La moda è senza dubbio uno dei motori dell’economia italiana e per far ripartire il Paese si dovrà cominciare da qui, dalle aziende che producono stile da indossare, simboli del Made in Italy nel mondo.