Ci sono sportivi che lasciano il segno oltre il tempo delle loro performance, che diventano idoli per intere generazioni, che simboleggiano vittorie indimenticabili. Paolo Rossi è uno di questi sportivi, un campione, un trascinatore, cannoniere dell’Italia Campione del Mondo nel 1982.

Il celebre calciatore si è spento il 10 dicembre a causa di un male incurabile: a darne la notizia è stata la moglie con queste parole: “Non ci sarà mai nessuno come te, unico, speciale, dopo te il niente assoluto. Per sempre”. 

Paolo Rossi: calciatore e opinionista sportivo

Il 23 settembre del 1956 a Prato nasceva Rossi Paolo, qualcuno destinato a grandi imprese. Fin da piccolo è evidente il suo talento nel giocare a pallone e così è proprio nel mondo del calcio che trova il suo posto.

Paolo Rossi e la Juventus di Trapattoni, un connubio vincente, caratterizzato dalla conquista di due scudetti, una Coppa Italia, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa europea e infine la Coppa Campioni nel 1985. 

Oltre al Rossi calciatore con la squadra bianconera l’Italia è stata conquistata da Paolo Rossi nel 1982: la vittoria al mondiale spagnolo degli azzurri porta la sua firma. In quell’edizione della competizione internazionale diventa capocannoniere della competizione, ma c’è di più: a Paolo Rossi il Pallone d’Oro viene consegnato come un giusto riconoscimento per un talento incredibile.

La vita di Paolo, però, non si ferma ai campi da calcio. A fine carriera, Rossi continua a vivere questo sport, ma diventandone opinionista, commentando le sfide più importanti per Sky Sport, Premium Sport e Rai. Nel 2011 si cimenta come ballerino provetto nella trasmissione Ballando con le stelle.

Oltre al pallone, Rossi ha avuto un’altra grande passione, la musica: nel 1980 incise un 45 giri con la canzone “Domenica, alle tre”. Entrò perfino in politica, nel 1999, candidandosi alle Europee con Alleanza Nazionale. Molto attivo anche nel campo dell’imprenditoria: a Vicenza gestiva un’agenzia immobiliare, mentre a Bucine aveva messo su un agriturismo. 

Paolo Rossi è morto a 64 anni a causa di un tumore ai polmoni. Inconsolabile il dolore della moglie, la giornalista Federica Cappelletti, e dei tre figli: Alessandro, nato dal primo matrimonio con Simonetta Rizzato, Maria Vittoria e Sofia Elena.

paolo rossi italia

Paolo Rossi

Paolo Rossi: curiosità e partite più importanti

Paolo Rossi iniziò a giocare a calcio nella squadra di una piccola frazione di Prato fino a farsi notare dalla Juventus che lo volle nelle sue giovanili. Dopo due anni venne comprato dal Lanerossi Vicenza cominciando la sua ascesa come uno degli attaccanti più forti di sempre. Fu proprio l’allenatore del Lanerossi, Giovanni Battista Fabbri, a trasformare il suo ruolo per ottenere il meglio dal suo talento. A causa delle sue caratteristiche fisiche, Paolo giocava da ala, ma gli venne suggerito di diventare attaccante, sfruttando appieno la velocità e l’abilità nei movimenti senza palla. Fu proprio in questo ruolo che esplose, giocando dal 1976 al 1979 e collezionando 94 presenze e 60 gol. 

Nell’ultima partita della seconda fase a gironi dei Mondiali dell’82, l’Italia si trovò di fronte al temutissimo centrocampo brasiliano, formato da campioni del calibro di Zico, Falcao e Socrates. Fu proprio Rossi a trascinare gli azzurri alla vittoria, divenendo celebre con il soprannome di “Pablito”: un calciatore italiano, forte come i brasiliani, capace di far mettere in discussione le sue stesse origini, come era già successo nel 1978, ai Mondiali di quattro anni prima. Era il 5 luglio 1982 e l’Italia si impose sul Brasile per 3-2 con una tripletta di Paolo Rossi, guadagnandosi la qualificazione alla semifinale del Mondiale.

Non era partito bene quel Mondiale per Pablito, che lo racconta così: “Nelle prime partite capivo di non star bene. I compagni mi prendevano in giro, ma sentivo affetto nelle battute di Causio, Cabrini, Tardelli. Non finirò mai di ringraziare Bearzot, l’unico che ha sempre creduto in me. Io gli devo tutto. Se non ci fosse stato lui, adesso non sarei qui e nessuno mi cercherebbe, altro che film”.

Nella sua carriera un’unica macchia: la squalifica per calcioscommesse che lo costrinse a fermarsi per un anno. Di quella vicenda, che lo ha turbato così profondamente, ha detto: “Non ho scheletri nell’ armadio. Mi sono fatto due anni di squalifica senza colpe, ma una morale della favola esiste: si può essere stritolati da qualcosa che ci cattura senza che noi abbiamo fatto nulla perché accadesse. Si può diventare vittime e non riuscire a dimostrarlo”.

Rossi è stato il primo giocatore, eguagliato successivamente solo da Ronaldo, ad aver vinto nello stesso anno il Mondiale, il titolo di capocannoniere di quest’ultima competizione e il Pallone d’oro: un tris che gli ha permesso di passare alla Storia come uno degli sportivi italiani più vincenti di sempre.

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Paolo Rossi

Tra colossi dal fisico statuario e figure imponenti, riuscì a brillare grazie alla sua elegante tecnica. Un uomo normale, dal fisico gracilino, destinato a diventare il simbolo della rivincita italiana in campo. E sul muro della storia del calcio mondiale il suo nome resterà inciso per incantare tutte le future generazioni di tifosi, di chi ama, grida e spera con tutta la passione: Paolo “Pablito” Rossi.