Le eccellenze italiane conquistano un posto in prima linea anche nel campo della scienza. Fra i migliori ricercatori scientifici ci sono anche gli scienziati italiani, premiati ogni anno per le loro scoperte in campo biomedico. Il numero di ricercatori in Italia continua a salire, nonostante spesso gli investimenti in questo settore fondamentale della scienza non siano adeguati al valore delle persone che continuano a studiare soluzioni per il bene dell’umanità.
Si parla spesso della situazione dei ricercatori precari italiani, degli eccellenti atenei italiani che formano scienziati formidabili, ma spesso senza un concreto futuro lavorativo. Un tasto dolente per la Penisola, che vede le menti più brillanti andare ad incrementare il numero di italiani all’estero che hanno trovato migliori condizioni professionali fuori dai confini nazionali.
Ma spulciando tra i nomi della ricerca italiana, quali sono gli scienziati Made In Italy considerati tra i migliori al mondo?
Alberto Mantovani
Classe 1948, laureato in Medicina e Chirurgia nel 1973. Oltre ad essere Professore Ordinario di Patologia Generale presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Milano è anche Direttore Scientifico di Humanitas. I suoi studi si concentrano da sempre sui meccanismi di difesa immunologica. Le sue ricerche hanno contribuito in maniera fondamentale all’identificazione dei macrofagi presenti all’interno dei tumori. Il gruppo di ricercatori italiani guidato dal professor Mantovani ha scoperto la chemochina nota come Monocyte Chemotactic Protein-1/CCL2.
Antonio Colombo
Primario dell’unità di emodinamica e cardiologia interventistica dell’Istituto scientifico universitario San Raffaele e direttore del laboratorio di emodinamica della Casa di cura Columbus di Milano. Specializzato in malattie dell’apparato cardiovascolare, ha contribuito in modo importante allo sviluppo della cardiologia interventistica nel mondo, migliorando le tecniche di impianto di stent coronarici.
Guida un team che esegue più di 1500 interventi all’anno su uomini e donne con patologie coronariche complesse e le occlusioni croniche totali. Si trattano inoltre le malattie valvolari, le cardiopatie congenite e le malattie primitive del muscolo cardiaco.
Giuseppe Remuzzi
Nato a Bergamo il 3 aprile 1949, professore in Nefrologia e Direttore del Dipartimento di Medicina Specialistica e dei Trapianti degli Ospedali Riuniti di Bergamo e della Divisione di Nefrologia e Dialisi. Le sue ricerche si sono concentrate soprattutto sulle cause delle glomerulonefriti, i meccanismi di progressione delle malattie renali e gli studi nel campo del rigetto del trapianto.
Giuseppe Mancia
Professore emerito di Medicina all’Università Bicocca di Milano, risultato il massimo esperto a livello mondiale in tema di ipertensione arteriosa. Nei primi anni di ricerca si è dedicato agli animali, studiando le modifiche emodinamiche durante il sonno spontaneo del gatto. Poi ha spostato il focus della ricerca sull’uomo, ricerca di carattere fisiopatologico dedicata soprattutto al controllo nervoso nella circolazione sanguigna in una serie di condizioni patologiche come l’ipertensione e lo scompenso cardiaco. Tra la fine degli anni ‘70 e gli anni ‘80 i suoi lavori pioneristici sul monitoraggio in ambulatorio sulla pressione hanno rivoluzionato la quotidianità ambulatoriale.
Vincenzo Di Marzo
Nel gruppo dei migliori ricercatori in Italia non può mancare il coordinatore dell’”Endocannabinoid Research Group” del CNR di Pozzuoli. I suoi studi si sono concentrati su endocannabinoidi e molecole affini, PEA (palmitoiletanolamide), che Di Marzo ha isolato e quantificato in molti tessuti animali e fluidi biologici, indagandone i meccanismi d’azione. Grazie a lui oggi la PEA è considerata un tassello fondamentale dei sistemi endogeni chiamati a mantenere l’equilibrio di organi e tessuti, e a contrastare naturalmente infiammazione e dolore.
Alberto Zanchetti
Scomparso nel 2018, dal 1985 era direttore scientifico dell’Istituto Auxologico Italiano. Lo scienziato si era concentrato soprattutto sulla fisiopatologia, la clinica e la terapia dell’ipertensione arteriosa e delle malattie cardiovascolari, e al controllo nervoso della circolazione e delle funzioni renali.
Carlo Croce
Si è laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università La Sapienza di Roma e ha poi svolto la sua attività di ricerca e didattica soprattutto in Università americane e attualmente è direttore dell’Istituto di Genetica e del Cancer Genetics Program presso il Comprehensive Cancer Center dell’Ohio State University. Tra i ricercatori italiani all’estero è il più citato per i suoi studi sulla patogenesi dei tumori. La sua attività scientifica lo ha portato a scoperte di rilevanza fondamentale nella ricerca oncologica, incentrata soprattutto sul genoma umano e il ruolo che il DNA svolge nell’insorgenza delle neoplasie.
Napoleone Ferrara
Senior Director al Moores Cancer Center of California a San Diego, nel 2010 si è aggiudicato il Lasker Award 2010 per aver identificato il VEGF, fattore di crescita vascolare endoteliale che gli valse anche una candidatura: avrebbe potuto far parte degli eletti Nobel per la medicina italiani. Il ricercatore italiano ha meritato uno dei premi più prestigiosi che si assegnano a quegli scienziati che hanno cambiato la storia dell’umanità per aver contribuito in modo determinante allo sviluppo di terapie per malati affetti da degenerazione maculare, principale causa di cecità al mondo.
Anni di duro lavoro, di notti insonni, di tentativi falliti, di riconoscimenti sudati: quella che non è mai mancata a questi scienziati italiani è la ferma volontà di impegnarsi per cambiare la vita dell’umanità e, in molti casi, per contribuire in modo decisivo a salvarla.