Il 24 giugno si celebra la festa di San Giovanni Battista. Una ricorrenza molto importante per la Chiesa cattolica che celebra la nascita dell’uomo che, secondo il Vangelo, avrebbe battezzato Gesù. Oltre alla forte valenza religiosa, la festa di San Giovanni Battista si carica di tradizioni pagane e significati culturali: il rituale di San Giovanni si compie soprattutto nella notte tra il 23 e il 24 giugno, considerata la Notte delle streghe, il momento perfetto per falò purificatori e riti d’amore.
San Giovanni: il santo del 24 giugno
Giovanni detto il Battista era un asceta di origini ebraiche nato alla fine del primo secolo avanti Cristo e morto tra il 29 e il 32 dopo Cristo. Secondo le testimonianze bibliche pare abbia passato diverso tempo nel deserto, vivendo tra penitenze e preghiere. Ha battezzato Gesù: per questo gli è stato attribuito il nome di Battista e per lo stesso motivo risulta essere una delle figure più importanti del Vangelo. Non solo: Giovanni è citato anche nel Corano con il nome di Yaḥyā ed è riconosciuto dai musulmani come uno dei massimi profeti precedenti rispetto a Maometto. La Chiesa cattolica lo celebra in due date: il 24 giugno in onore della sua natività, il 29 agosto in onore del suo martirio.
Come si celebra la festa di San Giovanni in Italia?
La Festa di San Giovanni cade dopo il solstizio d’estate, il giorno in cui, secondo la tradizione, Sole e Luna si sposano inondando la terra di energia vitale. Al giorno di San Giovanni sono attribuiti, dunque, poteri mistici e divinatori. La notte che precede il 24 giugno è considerata la notte dell’impossibile, vissuta in tutto il mondo con tradizioni e riti magici che fanno parte della cultura popolare.
La Notte di San Giovanni
In Italia le tradizioni legate a questa festa sono radicate in alcune zone particolari, come Sardegna e Roma. Nella Capitale si credeva che le streghe si dessero appuntamento accanto alla Basilica del santo per un grande Sabba per poi andare in giro per la città a catturare anime.
Le streghe erano invocate e radunate dai fantasmi di Erodiade e Salomè, autrici della decapitazione del santo. In quest’occasione i romani si davano appuntamento a San Giovanni in Laterano per pregare e mangiare le lumache nelle osterie e nelle baracche. Le corna delle lumache, infatti, simboleggiano le avversità. La festa terminava poi all’alba con lo sparo del Cannone da Castel Sant’Angelo, il segnale di inizio della messa che il Papa celebrava nella Basilica di San Giovanni e che terminava con un lancio dalla loggia di monete d’oro e d’argento.
Falò purificatori
Sono in molti ad accendere falò considerati purificatori nella notte di San Giovanni con l’obiettivo di scacciare le tenebre per celebrare la luce e il bene. Secondo la tradizione si devono bruciare le erbe vecchie, saltare il fuoco per avere fortuna e mettersi la cenere sui capelli. L’usanza è ancora viva in molte campagne, dove il falò viene utilizzato per scacciare il malocchio. In città è stato invece sostituito dai fuochi d’artificio.
Le erbe scaccia-malocchio
Durante la notte più magica dell’anno ci si dedica anche alla raccolta delle nuove erbe o Fiori di San Giovanni: c’è chi dice che il mazzetto debba contenerne 7, per altri 9. Le erbe servono a scacciate il malocchio e a portare fortuna. Si posizionano sotto al guanciale per i sogni premonitori. Da quali erbe deve essere composto il magico mazzetto? Iperico (erba di San Giovanni, detto anche Scacciadiavoli) contro il malocchio, Artemisia (cintura del diavolo) per la fertilità, la Ruta, la Mentuccia, il Rosmarino, il Prezzemolo, l’Aglio e la Lavanda.
La rugiada
I prati si riempiono di rugiada alle prime luci dell’alba e nella notte di San Giovanni quella rugiada si dice abbia capacità di purificazione ed emendazione. La tradizione vuole che si raccolga, con l’aiuto di un telo passato sull’erba e poi strizzato, e poi si beva per allontanare il malocchio e favorire la fecondità. La rugiada si può anche raccogliere in un catino in cui lasciare a bagno le erbe di San Giovanni, o la lavanda, e posizionarlo sul davanzale la notte del 23, come rito portafortuna.
Le premonizioni d’amore
In questa speciale notte si dice che le donne che vogliono sposarsi riescano a vedere il futuro marito nel riflesso di un pozzo, nel riflesso di uno specchio o in sogno. Secondo la tradizione si deve rompere un uomo e lasciare sulla finestra l’albume a riposare fino al mattino dopo, quando la forma composta rivelerà importanti informazioni sul futuro marito.
La felce porta-soldi
Modi per attirare prosperità economica? Secondo le antiche usanze della notte di San Giovanni è necessario raccogliere una foglie di felce e mettersela nel taschino per incrementare le proprie ricchezze.
Nella notte tra il 23 e il 24 giugno l’Italia è percorsa da una scia di magia: è la notte di San Giovanni, fatta di suggestioni e consuetudini, di fede e credenze popolari, di antichi riti propiziatori e sogni premonitori, di sacro e profano.