Si chiama Sunrazor01 ed è la barca solare ad alta tecnologia creata dal team Blue Matrix ( politecnico di Bari) grazie a una rete di professionisti, appassionati, aziende fornitrici, studenti e ricercatori universitari.
L’imbarcazione, un trimarano elettrico rivestito da celle in silicio monocristallino, ha affrontato i primi test in acqua in occasione della 6a edizione del Monaco Solar & Energy Boat Challenge (2 al 6 luglio 2019): un banco di prova per prepararsi alla competizione vera e propria quando in Olanda sfiderà altre 18 imbarcazioni fotovoltaiche, a loro volta nate da spin-off universitari e da laboratori sperimentali.
SUNRAZOR01, TECNOLOGIA E CARATTERISTICHE
“Abbiamo unito – spiega il team manager Cristian Pilo, progettista dello scafo – materiali avanzati e tecnologie aerospaziali, batterie agli ioni di litio di ultima generazione, un propulsore elettrico ad alto rendimento, complessi software di gestione, e sistemi portanti nati da un attento studio fluidodinamico”.
Il team di SunRazor, che ha lavorato intensamente per mesi per arrivare all’appuntamento di Montecarlo, ha scelto di utilizzare quest’occasione per una sessione di prove e messa a punto di quello che, più che una semplice barca, può essere definito un complesso insieme di sottosistemi elettronici, meccanici e fluidodinamici.
Una fitta rete di professionisti, appassionati, aziende fornitrici, ricercatori e studenti universitari ha permesso la realizzazione di SunRazor. Fra questi: l’Università di Bologna ha fornito il battery management system già collaudato con successo sul prototipo di vettura Onda Solare. L’Università di Roma 3 ha testato e messo a punto motore e inverter, ne ha sviluppato scheda di gestione elettronica assieme al suo sofisticato software di gestione, che si inizierà a mettere a punto a Montecarlo.
Sul progetto di Cristian Pilo, la squadra di Luca Basciu ha realizzato il modello in legno da cui sono stati ricavati gli stampi e, infine, in lavorazione sottovuoto, le tre parti dello scafo: la carena del trimarano, divisa in due parti poi unite assieme alla coperta. La scelta costruttiva prevede un sandwich in sottilissima fibra di carbonio, inframezzato da un alveolare in Nomex, una struttura aramadica a nido d’ape.
Questa tecnologia di tipo aerospaziale ha permesso che lo scafo pesasse solo 54 kg nonostante i suoi 8 metri di lunghezza per 2,36 di larghezza.
Grazie a un bordo più alto e alla maggiore larghezza dello scafo la barca solare offre una più alta stabilità ed efficienza. Il peso leggermente maggiore che si determina in questo modo viene compensato dal migliore rendimento del sistema propulsivo. E grazie al potente motore elettrico e alla sua particolare elica da competizione, SunRazor si solleva sui “foil” di cui è dotato, vere e proprie ali che gli consentono di raggiungere velocità notevoli per un mezzo di questo genere.
“Eravamo preoccupati per la delicatezza della struttura di coperta”, racconta Basciu, “ma alla fine ci siamo saliti in quattro, tutta la squadra, e ha resistito perfettamente”. Filippo Ibba di Creative Yachting Solutions si è occupato dell’assemblaggio e della parte elettrica ed elettronica. Il sistema dei foil è stato sviluppato da Giovanni Caramia, Politecnico di Bari.
Dopo le prove di Montecarlo, SunRazor sfiderà le altre 18 imbarcazioni solari in Olanda, in occasione della prossima gara di campionato. Si tratta di barche nate da spin-off universitari e da laboratori sperimentali, portate in gara da 8 nazioni diverse, fra cui ben 11 presenze olandesi.
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