La più grande area archeologica del mondo, una delle più belle d’Italia, un luogo magico che deve essere visitato, almeno una volta nella vita. Tra i siti Unesco in Sicilia c’è la Valle dei templi, un “capolavoro del genio creativo dell’uomo”. I templi e i monumenti racchiusi in quest’area sono caratterizzati da un ottimo stato di conservazione, grazie alla tutela esercitata dal 1997 dall’UNESCO, che ha dichiarato questa zona Patrimonio Mondiale dell’Umanità nel 1997.
Agrigento, Valle dei Templi: storia di un mito
Il nucleo originario di Girgenti, l’antica Akragas, è sorto qui 2500 anni fa, ed è testimoniato dalla presenza di ben dodici templi e dei relativi resti di santuari, necropoli, opere idrauliche, fortificazioni, l’Agorà Inferiore e l’Agorà Superiore, un Olympeion e un Bouleuterion. Il primo nome di una delle città più belle della Sicilia fu scelto in onore della corrente di un fiume che la bagnava. Un nome che le portò fortuna: Agrigento divenne una delle capitali della Magna Grecia, la civiltà più importante del mondo antico.
Nel 580 a.C. dal Mare Egeo arrivarono i coloni e cominciarono a gettare le fondamenta di quella che il poeta Pindaro osò definire “la più bella città dei mortali”. Poi giunsero i tiranni e le guerre con i cartaginesi e quella bellezza perse un po’ del suo smalto. Il saccheggio ad opera dei romani fu il colpo di grazia per l’antico splendore. La splendida città fu ridotta a provincia metropolitana, con oltre duecentomila abitanti.
Nuova invasione, nuovo dominio: sotto gli arabi, Akragas divenne Girgenti e fu spostata sulla collina, lontano dalla grande area dei templi. Anni di scavi e il lungo studio degli archeologi hanno permesso di recuperare importanti informazioni sulla posizione originaria della città, sugli usi e tradizioni di una civiltà scomparsa. Agrigento sorgeva sotto una rupe ed era percorsa da sei grandi strade intervallate da arterie minori. Il cuore pulsante dell’antico insediamento, il parco della Valle dei Templi, si estende oggi su milletrecento ettari e racchiude il meglio della produzione artistica greca, fino all’età ellenistica.
Parco Archelogico Valle dei Templi: cosa vedere ad Agrigento
Alla scoperta del distretto turistico della Valle dei Templi, uno dei luoghi d’eccellenza italiani, dove si passeggia nella storia e ci si immerge nella cultura.
Il tempio della Concordia
Tra i templi in Sicilia, questo è sicuramente il più famoso e il meglio conservato. Il nome deriva da un errore: nel 1700 uno studioso trovò un’iscrizione accanto alle colonne: questa frase risaliva ad un tempo decisamente più recente rispetto al resto del tempio e si riferiva alla dea della Concordia. Non era quella l’attribuzione del luogo sacro, ma il nome non fu mai cambiato. Le dimensioni della costruzione la rendono una delle più maestose dell’intera città dei templi: trentotto colonne scanalate per un’altezza complessiva che supera i 13 metri.
Intorno al 600 d.C. il tempio greco fu trasformato in una chiesa, attraverso dei lavori che rischiavano di rovinarne la bellezza e invece, proprio quest’opera di restauri si rivelò provvidenziale. Osservando bene le pietre è possibile intravedere le tracce dell’antico stucco, fatto di colori sgargianti che brillavano al sole della Sicilia.
Tempio di Giove Olimpio
Non tutti i templi greci in Sicilia sono stati così fortunati. Costruito da schiavi cartaginesi, oggi questo edificio sacro ai greci si avvia verso la rovina. Terremoti e scorrerie di soldati ne hanno minato le fondamenta fin dall’inizio: pare che il crollo sia avvenuto subito dopo la costruzione. Le colonne adagiate a terra avrebbero raggiunto i 17 metri d’altezza. A completare l’antico spettacolo la presenza di telamoni, giganteschi uomini in pietra sospesi tra le colonne, alti sette metri. Queste statue sono state sbriciolate completamente, solo un telamone è stato ricostruito ed è visibile all’interno del museo archeologico di Agrigento.
Il tempio di Giunone
Questo è quello che resta dopo i numerosi assalti al tempio posto sulla sommità di una collina e costruito intorno al 450 a.C. Delle 34 colonne originali ne restano in piedi solo 25, dopo l’incendio ad opera dei cartaginesi. Nel III secolo a.C. Quinto Fulvio Flacco, console romano, ordinò di strappare via il tetto del tempio per usarne il marmo. Nel Medioevo si aggiunse anche un terremoto che costrinse gli archeologi a correre ai ripari nel 1700 con un’opera di restauro che ha consegnato al mondo questo monumento.
Tempio di Ercole
Il nome è collegato ad una citazione di Cicerone che nomina una statua di Ercole, posta nei pressi di un tempio. L’eroe greco simboleggia da sempre la forza e la potenza: celebri sono le sue fatiche. L’originale struttura greca prevedeva la presenza di 38 colonne: oggi ne sopravvivono appena 9, grazie all’opera di ricostruzione finanziata dal capitano Hardcastle, nel 1920.
Il tempio dei dioscuri
Uno dei simboli dei siti archeologici della Sicilia. Il nome rimanda a Castore e Polluce, gemelli nati da una delle tante scappatelle di Giove. Eppure questo edificio non è quello originale, ma un falso, messo in piedi nel 1836 ad opera di due archeologi, incaricati da nobili locali di rimettere in sesto i pezzi di un precedente tempio di 34 colonne.
Il tempio di Efesto
Dedicato al dio del Fuoco, questo tempio si trova all’estremità della collina, ma sono poche le parti rimaste ancora in piedi, delle tredici colonne originarie previste sul lato lungo dagli antichi costruttori greci.
Il tempio di Demetra
Ciò che resta di questo edificio è stato inglobato nelle fondamenta dell’abside della chiesa medievale di San Biagio. Ai tempi della Magna Grecia poco lontano sorgeva anche un santurario dedicato alla dea madre terra.
Il quartiere ellenistico
Un’immersione completa nella vita quotidiana della Magna Grecia, attraverso strade divise in cardi e decumani, vicoli, canali e pozzi. Non mancano i resti delle botteghe e delle tabernea. Case più ricche e altre più modeste. Quella del Peristilio aveva terme private e quella della Gazzetta, splendidi mosaici conservati fino a noi. Nella stessa area gli archeologi sono al lavoro per completare il recupero del teatro greco di Agrigento.
Il museo archeologico regionale
In Sicilia il turismo passa anche da uno dei musei più importanti dell’Italia. Diciotto sale che ospitano 5500 reperti storici che coprono un periodo che va dalla fondazione della città alla fine del periodo romano. Da non perdere la statua dell’Efebo, uno dei telemoni del tempio di Giove Olimpio e le splendide collezioni di vasi.
Il giardino della Kolymbetra
Cinque ettari concessi dalla regione Sicilia al Fondo per l’Ambiente Italiano per la bonifica e il recupero. Una zona che dopo il restauro è diventata un grande giardino, pieno di piante tipiche. Sentieri, ponti, e tante specie di alberi, come fichi e cedri, ulivi e alberi di mandorli. Un angolo verde dopo è possibile fermarsi a riposare e mangiare. Empedocle il filosofo amava passeggiare lungo queste stradine, il poeta Simonide compose qui splendidi versi.
Valle dei Templi: orari
Il parco archeologico è aperto tutti i giorni dalle 8.30 alle 19.00. In estate sono previste anche aperture serali e notturne.
Valle dei Templi: prezzo biglietto
Il biglietto intero costa 10 euro a persona. Il biglietto ridotto, 5 euro, è riservato ai cittadini dell’Unione Europea di età compresa tra 18 e 25 anni. Gratuito per tutti la prima domenica di ogni mese, e sempre per i cittadini europei sotto i 18 anni. Il biglietto d’ingresso costa 12 euro in occasione di mostre ed eventi, 13.50 euro se si vuole visitare anche il Museo Archeologico, 15 euro per visitare anche il giardino Kolymbetra.
Illustri filosofi, celebri scrittori, uomini e donne del tempo che fu, vissero tra queste pietre. La civiltà nacque qui, sotto il sole della Sicilia, tra agrumeti e ulivi. Rovine preziose, eredità della cultura per eccellenza, quella della Magna Grecia.